Un video appello prima di costituirsi: “Non potevo parlare prima perché ero senza avvocato. Adesso prendetevi cura di mio figlio. Sto andando ora, in caserma, dai carabinieri“. Renato Sarabia Peralta, il 43enne filippino fermato per l’omicidio del connazionale Michael Lee Pon, assassinato domenica sera davanti alla stazione ferroviaria Valle Aurelia, ha annunciato in lacrime e via social alla comunità filippina che si sarebbe costituito, in qualche modo confessando il delitto.
Nel video la confessione e l’appello: “Prendetevi cura di mio figlio”
Sul viso un profondo graffio forse frutto della lite alla stazione di Valle Aurelia degenerata nell’omicidio del connazionale.
Nel video, in cui parla in lingua filippina, l’uomo sembra scusarsi di non essersi costituito subito e chiede esplicitamente aiuto per il figlio proprio perché sembra consapevole del rischio di una carcerazione lunga. Nessuna spiegazione, però, sul motivo del delitto rimasto sconosciuto.
L’uomo si è presentato nella serata di ieri, lunedì 20 febbraio, ai carabinieri, a 24 ore dal delitto. E’ stato posto subito in stato di fermo. L’accusa nei suoi confronti è quella di omicidio volontario in concorso. Mentre il figlio 16enne è indagato a piede libero dalla procura dei minori. (leggi qui)
Entrambi avrebbero preso parte all’aggressione di Michael Lee Pon, il 50enne accoltellato domenica pomeriggio, intorno alle 19, nei pressi della stazione della metropolitana di Valle Aurelia, punto di ritrovo domenicale della comunità filippina.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Michael Lee Pon, che lavorava come badante presso una famiglia, avrebbe avuto una lite scoppiata con dei connazionali. Qualche minuto dopo, è stato rincorso e aggredito con un’unica coltellata al torace.
Le indagini della Polizia di Stato si erano subito concentrate sulla comunità dei connazionali che si incontrano nella zona. Ieri la svolta.
La passione per le armi
Renato Sarabia Peralta, appassionato di divise e di armi, in più foto si mostra davanti a una volante della polizia o vestito da agente oppure mostra targhe dell’Fbi, potrebbe aver agito in difesa del figlio a cui sembra legatissimo. Nel suo profilo sono decine le foto insieme al figlio ancora adolescente. All’apparenza un padre tranquillo e attento.
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