L’Autorità di Bacino e la Regione Lazio tirano le orecchie all’amministrazione locale sui ritardi del piano di rigenerazione urbana dell’Idroscalo. E il X Municipio si affretta ad approvare la demolizione delle case con la ricostruzione in un’area più sicura. Nessuno, però, parla più dei 4,3 milioni messi a disposizione dei privati ormai da 18 anni per innalzare gli argini del Tevere e realizzare un grande centro sportivo pubblico.
Autorità di Bacino e Regione Lazio richiamano Municipio e Campidoglio: 15,750 milioni di euro inutilizzati dal 2020. Intanto sono spariti 4,3 milioni stanziati dai privati
Il 9 febbraio scorso la Giunta del X Municipio ha approvato le “Linee di indirizzo per la stipula di un accordo interistituzionale recante Programma di rigenerazione urbana, messa in sicurezza, vigilanza urbanistica e edilizia residenziale pubblica Idroscalo di Ostia”. Si tratta della finalizzazione di uno stanziamento del Cipe di 15,750 milioni di euro del “Programma integrato di edilizia sociale” del maggio 2020, successivamente implementato dal Print – Fiumara.
Le linee di intervento
In questo piano di rigenerazione urbana sono previsti, oltre alle opere idrauliche per la messa in sicurezza della foce del Tevere, l’ampliamento del Centro Habitat Mediterraneo, la valorizzazione del comparto produttivo della nautica, un parco sportivo, il potenziamento della rete ciclabile e la creazione di un polo interreligioso. Sul piano strettamente urbanistico, si promuove la demolizione delle abitazioni abusive, “la valorizzazione del nucleo storico dell’Idroscalo” e la realizzazione di una nuova edilizia residenziale.
Dopo diverse sollecitazioni da parte dell’Autorità di Bacino e dell’Agenzia del Demanio, avviate a partire dal 2017, solo nel settembre 2020 il X Municipio risponde presentando il censimento delle presenze che vivono all’Idroscalo (il precedente censimento era del 2015): a quella data erano 845 persone e 300 animali.
Dopo quasi tre anni il Campidoglio e il X Municipio riprendono in mano la pratica e approvano quelle che devono essere le linee di indirizzo per stipulare con le altre realtà istituzionali (Prefettura, Agenzia del Demanio, Autorità di Bacino e Regione Lazio) un accordo interistituzionale recante Programma di rigenerazione urbana, messa in sicurezza, vigilanza urbanistica e edilizia residenziale pubblica Idroscalo di Ostia.
La demolizione e i terreni
In realtà il Campidoglio avrebbe finanziato la demolizione delle case abusive dell’Idroscalo (leggi qui) e individuato anche l’area dove realizzare palazzine dove trasferire gli aventi diritto. Con l’impegno politico del presidente del Municipio, Mario Falconi, di non “deportarli” lontani da Ostia (leggi qui).
Quei fondi “dimenticati”
Mentre si rilancia, dunque, un piano del 2017 finanziato nel 2020, pesanti ombre calano sulla disponibilità o meno di fondi garantiti a partire dal 2004 dai costruttori che realizzarono i cosiddetti “articoli 2” ovvero un piano di completamento edilizio secondo il quale gli oneri concessori erano destinate per opere pubbliche da realizzarsi in loco. Grazie a quell’accordo, i costruttori, su indicazione della pubblica amministrazione, avrebbero realizzato un centro polivalente al servizio dell’Anfass in via del Sommergibile (già finito e funzionante), un centro sociale anziani in via del Sommergibile (già finito e funzionante), l’innalzamento dell’argine del Tevere da Tor Boacciana fino a via dell’Idroscalo (con soprastante pista ciclabile) e un grande centro sportivo nei terreni retrostanti la scuola Amendola in via dell’Idroscalo.
Per queste ultime due opere, i costruttori nel 2004 depositarono fidejussioni bancarie a garanzia per una somma di 4,3 milioni di euro ma da allora nessuno amministratore si è attivato per la loro realizzazione. Addirittura nei primi mesi del 2015 (sindaco Ignazio Marino, presidente di municipio Andrea Tassone) in via dell’Idroscalo venne svolta una cerimonia per festeggiare la consegna dell’area dove sarebbe sorto il centro sportivo, con tanto di bandoni di lamiera a delimitazione del cantiere e grossa tabella indicante le caratteristiche dell’opera.
Elette Virginia Raggi sindaca e Giuliana Di Pillo presidente del Municipio, la realizzazione è sparita dai radar.
Da allora il silenzio. E’ chiaro che se non impiegati, quei soldi restano nelle tasche dei costruttori. E, stando ad autorevoli indiscrezioni, sembrerebbe che la metà delle fidejussioni bancarie non esisterebbe più, mettendo a rischio la garanzia dei capitali.
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