Roma, il Sindacato Medicina d’Urgenza lancia l’allarme: i dati della crisi di settore (VIDEO)

Il Simeu - Sindacato Italiano Medicina d'Urgenza - snocciola alcuni dati a seguito del recente incontro di categoria del 17 novembre in cui si evidenzia l'emergenza del settore

Roma: emergono i primi dati allarmanti al termine della manifestazione che vi avevamo annunciato qualche giorno fa per protestare sulla grave emergenza del Servizio Sanitario Nazionale con medici ed infermieri (leggi qui) dell’emergenza di urgenza che ieri, 17 novembre, si sono dati appuntamento in piazza a Roma in un simbolico abbraccio di alleanza con i cittadini – pazienti di fronte alla sede del Ministero della Sanità per porre l’attenzione sull’attuale situazione di crisi.

Il Simeu – Sindacato Italiano Medicina d’Urgenza – snocciola alcuni dati a seguito del recente incontro di categoria del 17 novembre in cui si evidenzia l’emergenza del settore

In questo meeting sono stati rimarcati alcuni numeri estremamente importanti che ben descrivono la situazione da “profondo rosso” del settore, grazie al report del Simeu – Sindacato Italiano Medicina d’Urgenza

Una delegazione è stata infatti ricevuta dall’ Ministro On. Orazio Schillaci e dal Capo Segreteria Tecnica Dott. Mattei, che hanno incontrato Fabio De Iaco Presidente Nazionale, Antonio Voza Segretario Nazionale, Beniamino Susi Vicepresidente, Andrea Fabri Tesoriere e la dottoressa Carla Paganelli.

Nel video contenuto in questo articolo potete sentire le considerazioni in merito espresse dal Presidente SIMEU, Fabio De Iaco.

“Abbiamo parlato della necessità di riconoscere il lavoro in pronto soccorso quale professione usurante per i medici e gli infermieri e del bisogno di progettare un nuovo impianto della struttura ospedaliera, a partire dalla legge di riorganizzazione degli ospedali, la Legge DM 70, sulla quale c’è ancora un lungo lavoro da fare”.

Alcuni dati sulla situazione degli organici medici

Il monitoraggio dello stato di crisi avviene attraverso una costante analisi di un campione rappresentativo di strutture di Pronto Soccorso, di Medicina di emergenza urgenza

I dati riportati sono stimati sulla base di proiezioni ottenute su circa 20 milioni di accessi di Pronto Soccorso anno 2019 (dati Min Salute, Flusso EMUR).

Come è noto, allo stato attuale la mancanza di Medici Dirigenti nelle strutture di MEU italiane è stimata a circa 5000 unità.

Preso a riferimento 100 il numero di medici previsti per il buon funzionamento dei servizi:

–  Il 58% sono Dirigenti Medici (dipendenti del SSN) al momento in servizio.

–  Il restante 42% rappresenta la carenza complessiva dei Dirigenti Medici.

–  Circa 1/4 di questi sono sostituiti da medici non dipendenti dal SSN con tipologie di rapporto “atipico” (liberi professionisti, Medici di Continuità Assistenziale, Medici dell’Emergenza Territoriale, Medici non specialisti forniti da Agenzie di Servizi “Cooperative”).

– I restanti 3/4 dei professionisti mancanti restano allo stato attuale di fatto non sostituiti, provocando quindi quel significativo incremento del carico di lavoro sui medici in servizio anche rispetto alla necessità di copertura dei turni.

Semplificando, mancano di fatto 3 medici su 10 – ingaggio cooperative comprese.

Dati di Attività dei pronto soccorso italiani

Rispetto ai 20.000.000 accessi annui in pronto soccorso

16.400.000 (82%) pazienti vengono gestiti in Pronto Soccorso e dimessi a domicilio entro 48h dall’accesso nonostante le condizioni estreme descritte dai precedenti numeri

2.800.000 (14%) pazienti vengono ricoverati in reparti ospedalieri, con un tempo di attesa del posto letto (boarding) che è molto variabile localmente, ma che:

o a livello generale certamente non corrisponde alle 6 ore previste dagli standard internazionali, poiché più del 50% dei pazienti urgenti è costretto ad aspettare non meno di 9 ore. Questo valore medio naturalmente è generato da situazioni virtuose riscontrabili per fortuna in alcuni PS italiani al momento del rilevamento.

o  in molti contesti locali la media di attesa è molto superiore, giungendo a non meno di 3 giorni

800.000 (4%) pazienti permangono in Pronto Soccorso per periodi superiori alle 48 ore (300.000 di essi più di 72 ore) per poi essere dimessi. Si tratta di pazienti che vengono gestiti in maniera “impropria” dal personale dei Pronto Soccorso che non dovrebbe più averli in carico dopo aver terminato la valutazione e averne identificato il percorso di soluzione. Si tratta di condizioni cliniche e assistenziali che non trovano risposte né a livello territoriale né a livello ospedaliero, a volte neanche famigliare.

Ancora una volta il Pronto Soccorso porta dentro di sè le carenze del sistema.

Foucus sui decessi in pronto soccorso

Un dato sconcertante emerge dall’indagine di SIMEU che riguarda i decessi di pazienti deboli che avvengono in Pronto Soccorso dopo almeno 24 ore di permanenza, un tempo di gran lunga superiore a quello previsto per un percorso clinico diagnostico in urgenza.

Importante prendere atto che si tratta di persone in condizioni gravissime, spesso in fase terminale che dopo aver terminato il proprio iter diagnostico-terapeutico in urgenza necessiterebbero di un’assistenza specifica e dignitosa in un letto di degenza che purtroppo, per carenza, non trovano.

Sono almeno 18.000, secondo le proiezioni SIMEU, le persone che purtroppo raggiungono il fine vita in Pronto Soccorso secondo queste modalità, in un ambiente certamente non idoneo. Su quest’ultimo dato la Società Scientifica raccomanda a tutti la massima delicatezza e cautela possibile.

Questo drammatico numero descrive una condizione di pesantissimo impatto sui pazienti e sui loro cari, al quale si associa il peso che grava, sotto il profilo umano, etico e professionale, sui professionisti – medici e infermieri – che vivono quotidianamente situazioni psicologicamente inaccettabili dettate da carenze organizzative e strutturali.

Per queste e altre ragioni Simeu, la società italiana di medicina di emergenza urgenza, apartitica, apolitica, senza scopo di lucro ha condiviso un manifesto a salvaguardia del SSN che è stato positivamente accolto da molte associazioni di cittadini tra le quali si citano cittadinanza attiva, Salute Equità, Aice, Aima, Alama, Alice, Amip, Anmar, Bpco, Conaucuore, Fed Emo, Feder Asma e Allergie, United.

I contenuti del manifesto sono di seguito riportati e costituiscono la piattaforma comune sulla quale si vorrebbe aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni.

L’emergenza-urgenza è altrimenti definita “golden medicine”.

Opera in quella che tecnicamente è considerata la “golden hour” il preziosissimo tempo che va da pochi minuti a poche ore che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente.

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Roma, medici d’emergenza e urgenza tornano in piazza contro la crisi dei pronto soccorso