A 17 anni voleva fare il padre anzi il padre-padrone, pretendendo che la fidanzata 14enne, indotta ad un aborto dalla famiglia, portasse avanti almeno la seconda gravidanza. Come opera di convincimento minacce, una sigaretta spenta addosso, schiaffi e abusi, anche sessuali. E’ con queste accuse che la procura dei minori a Ferragosto ha chiesto e ottenuto l’arresto di un ragazzino stalker romano ora assegnato, in alternativa al carcere, ad una comunità che assiste adolescenti difficili.
Vittima una 14enne, il fidanzatino stalker è stato arrestato su ordine della procura minorile: vietati per lui i social
Lunedì il tribunale della libertà dovrà decidere se mantenere la misura che prevede per l’adolescente oltre alla permanenza in una comunità anche una “pena” per lui infernale: il divieto assoluto di utilizzare smartphone, tablet e in qualsiasi modo i social.
Un amore precoce, morboso, maturato decisamente male. Soprattutto per la vittima. Lei italiana di Roma Nord e lui, origini polacche di Roma Sud. Figli entrambi di operai.
Al vaglio della procura minorile ora ci sono centinaia di pagine di scontri e incontri, minacce e cuoricini, spesso resi pubblici sui social.
Ad assistere il giovane – accusato di stalking, percosse e violenza sessuale – l’avvocato penalista Guido Pascucci, certo di poter ridimensionare le accuse. “E’ vero che il ragazzo, anche lui minorenne, avrebbe voluto tenere il bambino, battendosi contro la prima interruzione e mostrandosi favorevole alla seconda gravidanza, ma per un senso di responsabilità – spiega – . Ci troviamo in effetti davanti a una situazione molto delicata. Ma sono certo di dimostrare che i social attraverso password in uso ad altri (anche alla stessa interessata, specifica) sono stati manipolati. Una perizia ce lo dimostra”.
La ragazza, spinta alla denuncia dalla famiglia, ha consegnato ai carabinieri che hanno svolto le indagini anche dei video in cui sarebbe stata costretta ad avere intimità contro la propria volontà. “Ero innamorata e allo stesso tempo ossessionata da lui“, la spiegazione della 14enne.
La versione dei fatti del ragazzo
La versione dei fatti fornita dal ragazzo, ora in una comunità, smentisce quella della giovane. “Abbiamo consumato il primo rapporto consenziente il 26 settembre scorso a casa di Chiara, a Roma Nord”, dice il 17enne, “i genitori non erano d’accordo, mi dicevano “rumeno di mer*a”, “non ti lavi”. Non ho inviato messaggi su Instagram, Chiara ha la password del mio profilo e ha cancellato molti miei messaggi. Insultava mia madre dal mio profilo e diceva che ero stato io. Non l’ho mai picchiata. Una volta aveva dei graffi, quando stavo per partire per Udine, e disse a mia madre che era stata sua madre”.
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