L’emergenza sanitaria ha lasciato il segno in molte periferie romane, alcune più e altre meno. San Giorgio di Acilia è una di quelle in cui i segni ci sono e sono evidenti. I residenti chiedono di pulire il quartiere
San Giorgio di Acilia: i residenti lanciano un grido l’allarme: «il quartiere è sporco e non viene pulito. Abbiamo i topi anche in casa»
«Sul marciapiede non si può camminare – denunciano i residenti – c’è immondizia ovunque, abbiamo i topi in casa. Non vengono mai a pulire. Non riusciamo a farci raccogliere l’immondizia, per esempio l’organico non viene mai raccolto. Capiamo che non c’è personale, ma noi paghiamo il servizio e nessuno viene. Non parliamo dello sfalcio dell’erba che non esiste.»
L’emergenza sanitaria sembra aver inferto un colpo di grazia a quei quartieri più in difficoltà. Peggiorando persino quello che sembrava non peggiorabile. In Largo Rodolfo Villani, prima del covid la raccolta differenziata era partita bene. I residenti avevano imparato a farla. Adesso, i rifiuti strabordano dai cassonetti. Nelle case che qui conoscono tutti come “le Case del Papa” i più piccoli hanno imparato a giocare in una vecchia pista di pattinaggio fra puzza e immondizia.
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