Terrorizzava il quartiere Appio-Latino spingendosi a delinquere fino alla zona della Tiburtina di Roma, colpendo supermercati, sale scommesse e autogrill con un modus operandi collaudato, l’uomo finalmente arrestato dalla Polizia di Stato, ritenuto responsabile di almeno quattro rapine da migliaia di euro in contanti e “Gratta e Vinci”.
Nove mesi di indagini svelano lo schema criminoso e la mappa dei colpi architettati dal rapinatore seriale
L’uomo finito in manette è un trentottenne romano con precedenti per reati contro il patrimonio che è gravemente accusato di essere il fantomatico rapinatore seriale dell’Appio-Latino.
La mappa del crimine e il modus operandi
Secondo le ricostruzioni dei fatti, l’indagato aveva elaborato una vera e propria “mappatura” degli esercizi commerciali da colpire. Uno schema criminoso che prevedeva un’attenta fase di sopralluogo, spesso simulando un acquisto, per valutare il contenuto delle casse e i punti deboli della sicurezza.
Successivamente, faceva ritorno sul luogo del delitto con il volto travisato da passamontagna, bandane o t-shirt modificate per occultarne l’identità, e una volta fatta irruzione all’interno, armato di pistola o coltello, minacciava i dipendenti per farsi consegnare l’incasso giornaliero. La fuga avveniva sempre a bordo di una Peugeot 208 a noleggio
Le indagini e l’identificazione del “rapinatore fantasma”
Il lungo lavoro investigativo degli agenti del VII Distretto San Giovanni è stato cruciale per la sua cattura. Grazie a un’approfondita analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza degli esercizi rapinati, gli investigatori sono riusciti a ricostruire il profilo seriale del rapinatore e a identificarlo.
Un processo durato ben nove mesi, coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, che ha portato a raccogliere le prove decisive per procedere al fermo.
L’arresto e la custodia cautelare
Al termine delle indagini, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la custodia cautelare in carcere per il trentottenne. La misura è stata eseguita dagli stessi agenti che hanno condotto l’attività investigativa, ponendo fine alla serie di colpi che avevano seminato il terrore nel quadrante della Capitale. Nella fase delle indagini preliminari intanto il soggetto è da considerarsi non colpevole fino a sentenza definitiva.