Il litorale pontino è stato teatro di una drammatica scoperta nelle prime ore di questa notte, tra domenica 29 e lunedì 30 giugno. Il corpo senza vita di Luigi Tomasi, 56 anni, originario di Valmontone, noto apneista con il soprannome “Drakkit”, è stato ritrovato in mare, a Foce Verde, in provincia di Latina. La sua vita era profondamente legata al mare e alle immersioni, ecco chi era Luigi Tomasi.
Chi era Luigi Tomasi, l’apneista “Drakkit”, trovato morto in mare tra Foce Verde e Torre Astura
Tomasi si era immerso ieri pomeriggio nella zona tra Foce Verde, in provincia di Latina, e Torre Astura, nel comune di Nettuno, vicino Roma, per una battuta di pesca subacquea e non era più riemerso.
Originario di Valmontone ma residente a Palestrina, a pochi chilometri dalla Capitale, Luigi era un volto notissimo e stimato nell’ambiente degli apneisti.
Non utilizzava bombole, preferiva la purezza dell’immersione in apnea, un atto che richiede profonda conoscenza di sé, rispetto per l’ambiente marino e una tecnica impeccabile.
Era un frequentatore assiduo del litorale pontino, un riferimento per molti compagni di immersione, un uomo che conosceva il mare come pochi altri.
La pesca subacquea era per lui molto più di un hobby: era una vocazione, un modo per connettersi con la natura, per sfidare i propri limiti in armonia con le profondità marine.
Le ricerche e il corpo ritrovato a Torre Astura
L’allarme, lanciato dalla moglie e da altri sub che lo accompagnavano, ha innescato un’imponente operazione di ricerca che ha coinvolto la Guardia Costiera del distaccamento di Latina, la Polizia e i Vigili del Fuoco.
Le squadre hanno scandagliato le acque per ore, fino al ritrovamento del cadavere a ridosso degli scogli, nella località di Valmontorio, nelle vicinanze di Torre Astura.
Luigi è stato investito da un’imbarcazione? Indagini in corso
Al momento, l’ipotesi più accreditata per la causa del decesso è un malore improvviso. Tuttavia, le autorità non escludono alcuna pista.
Sul corpo di Tomasi sarebbero state rilevate alcune ferite, la cui natura è al vaglio degli inquirenti: “E’ stato trovato con una ferita alla testa e la muta lacerata. Questo particolare apre una nuova, drammatica ipotesi: quella che il sub possa essere stato investito da un’imbarcazione, incurante delle due boe di segnalazione che era solito utilizzare ogni volta che scendeva in acqua”, scrive sui social il Comune di Valmontone.
“Dolore e sconcerto, tra amici e conoscenti, sia a Valmontone che a Palestrina. Dal Sindaco Veronica Bernabei e da tutta l’Amministrazione comunale le più sentite condoglianze alla moglie Daniela, ai figli Daniele e Gabriele, ai familiari e a tutti coloro che gli volevano bene”, conclude una nota ufficiale.

Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura che ha aperto un’inchiesta sul caso, a fornire risposte definitive. Le indagini proseguono per fare piena luce su questa tragica fatalità che ha spento una vita in fondo al mare.