Girava con un passaporto americano falso e all’occorrenza usava un alias italiano. Nel suo passato californiano cinque denunce per scatti di violenza. Continuano a emergere nuovi dettagli, sempre più inquietanti, sulla vicenda che ha sconvolto Roma: il caso degli omicidi di Villa Pamphili. Una indagine che ruota tutta attormo a un giramondo statunitense, un uomo fuori controllo che a Roma si presentava come sceneggiatore.
L’americano usava alias italiano per affittare barche e spostarsi in Europa
Francis Kaufmann, cittadino americano di 46 anni arrestato sull’isola greca di Skiathos, è ora accusato della morte di una bambina di sei mesi (forse sua figlia) e, con ogni probabilità, anche della madre, trovata senza vita a poca distanza dalla piccola lo scorso 7 giugno, tra rovi e cespugli.
Secondo gli inquirenti, Kaufmann si trovava a Malta il 27 marzo: nelle sue tasche – come accertato dall’Fbi – un passaporto contraffatto col nome di Rexan Ford. Lo stesso con cui poi girovagava per Roma. Ma ora gli investigatori hanno accertato che l’uomo avrebbe usato anche altri nomi di copertura. Uno anche italiano.
E’ col nome di “Matteo Capozzi” che ha cercato un operatore siciliano del settore carsharing per raggiungere l’Italia.
In quel messaggio chiedeva informazioni su società che noleggiano barche per viaggi da Malta alla Sicilia. Il testimone, che non conosceva l’identità dell’uomo, ha riferito il fatto alle autorità.
Alias e bugie
Il programma Chi l’ha visto? ha diffuso sui social la foto del passaporto col nome falso, Rexal Ford, lo stesso con cui Kaufmann è stato fermato in Grecia. Questo conferma l’utilizzo sistematico di identità fittizie nel tentativo di sfuggire alla giustizia.
Restano ancora dubbi sull’identità della donna che viaggiava con lui. All’atto di un controllo in centro a Roma, il 20 maggio, si è presentata come “Stella”, e potrebbe essere di origine ucraina, lituana o russa. Le autorità stanno lavorando per identificarla e chiarire il suo ruolo nella vicenda.
Secondo l’americano avrebbe sposato la donna a Malta, prima dell’arrivo a Roma, ma non c’è nessun riscontro a quanto riferito.
Le indagini proseguono tra Roma, Malta e la Grecia, alla ricerca di ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica dei fatti e i movimenti dell’uomo prima dell’arresto.