Ana Sergia Alcivar Chenche, la 46enne ecuadoregna, morta in seguito a un intervento in un centro di chirurgia estetica di Roma Torrevecchia (da tredici anni senza autorizzazione) ha pagato 4.300 euro per modellare i fianchi e un ritocco al mento. Quella che doveva essere una semplice operazione di liposuzione, però, è finita in tragedia, con la donna che è morta poco dopo, in ospedale. Ora si indaga anche sui ritardi nei soccorsi.
Morta dopo la liposuzione, si indaga anche sui ritardi nei soccorsi. Chiamata una ambulanza privata
A denunciarlo agli inquirenti il compagno della donna Jorge Garcia: “Ana aveva versato mille euro con bonifico e il resto in contanti. Quando sono entrato nello studio, ho subito percepito che qualcosa non andava, ma un’infermiera mi ha rassicurato…Poi la situazione è degenerata e non c’è stata neanche prontezza nei soccorsi”. Nel centro, perdipiù, mancava perfino il defibrillatore.
L’ambulanza chiamata quasi due ore dopo
Sabato pomeriggio l’intervento era iniziato regolarmente, ma a un’ora dall’anestesia sono stati segnalati i primi problemi. Ana sembrava non rianimarsi. “Il chirurgo mi ha detto che c’era un problema di ipertensione, poi dopo quasi un’altra ora ha chiesto di chiamare un’ambulanza”.
Qui si apre il dramma: l’anestesista Paolo C., in pensione e con precedenti non legati alla professione, e l’autista dell’ambulanza privata hanno discusso animatamente sull’ospedale in cui portare Ana.
L’anestesista voleva portarla al Policlinico Umberto I a una decina di chilometri, più lontano, mentre l’autista suggeriva il Policlinico Gemelli, più vicino.
La scelta dell’ospedale e i ritardi
Un conflitto che avrebbe ritardato ulteriormente il soccorso, e Ana è arrivata in ospedale, dove è poi morta, in condizioni disperate. Garcia sospetta che senza quel ritardo “forse poteva essere salvata”. Oltre al chirurgo, sono indagati anche l’anestestista e l’infermiera per omicidio colposo.
L’autopsia, prevista per oggi, giovedì 12 giugno, dovrà chiarire se la morte è stata causata dall’anestesia e se il ritardo nel soccorso ha avuto un ruolo decisivo.
Mamma di tre figli
La donna, residente a Genova, lascia tre figli, di cui uno bambino. Ha saputo della tragedia in un hotel di Roma dove aspettava il ritorno della mamma.