Villa Pamphili è il terzo più grande parco pubblico di Roma dopo il Parco regionale dell’Appia antica e il Parco regionale del Pineto. La sua vastità – è un’oasi di 184 km quadrata – ne fa il luogo ideale per la camminata sportiva, il relax individuale e di distensione delle famiglie.
Il gruppo di camminatori lamenta che nelle ore di buio, soprattutto, non sarebbero garantite le condizioni di sicurezza dentro Villa Pamphili
Gli stessi romani che oggi sono sotto shock per la notizia sconvolgente e inaspettata del
ritrovamento nel primo pomeriggio di ieri di ben due cadaveri appartenenti, come è noto, ad una bimba di età tra i 6 e i 12 mesi e di una donna a poca distanza una dall’altra. Le condizioni dei due corpi senza vita – il cui decesso risalirebbe a diversi giorni prima – ha sconvolto l’intera città.
Un fatto gravissimo – lo ha definito il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Antonio Tajani – che colpisce non solo l’Urbe, ma l’Italia intera.
E mentre gli inquirenti sono al lavoro per confermare anche con il Dna il collegamento fra le due morti (l’autopsia di entrambi i cadaveri è stata fissata per martedì p.v.) c’è chi si oppone all’ombra inquietante che ha oscurato in poche ore l’immagine ridente di questo posto.
“La villa è sempre stata un posto sicuro – dichiara senza esitazioni Alberto Messali, leader e ideatore del Gruppo Camminare in Libertà – Non mi risulta che sia accaduto mai niente di simile prima d’ora. Il parco viene chiuso ad orari prestabiliti sia in estate che in inverno ma non ci sono telecamere di sorveglianza. Ed è questa una carenza che abbiamo sottolineato più volte, ultimamente in occasione di alcuni cani di grossa taglia abbandonati dai loro proprietari. Ricorderete la storia di Geox…ecco, quello è solo un esempio di questa pratica incivile”.
“Purtroppo – rileva Messali – nonostante le chiusure, abbiamo visto più volte gente aggirarsi per i sentieri del parco. Ci sono sbandati che addirittura ci dormono dentro…”
Precisa Messali che in prossimità dei cancelli sono state notate ultimamente diverse sbarre divelte, chiaro segno di effrazione.
In una parola la Villa diventerebbe – secondo Alberto Messali – terra di nessuno soprattutto nelle ore notturne, quando la sicurezza non è garantita. Nessun controllo.
Ci sarebbero circa 40/50 persone senza fissa dimora a dormono dentro villa Pamphili.
E le istituzioni? Nulla, seppure più volte sollecitate a rafforzare la sorveglianza, non hanno mostrato finora alcun interesse a questo aspetto.
“Sono state viste anche delle auto entrare nelle strade interne della villa. Cosa si aspetta a installare telecamere di sorveglianza, soprattutto nei vari punti di ingresso? – si chiede Messali.
“Il paradosso – conclude l’ideatore del gruppo – è che noi abbiamo scelto proprio questo nome Camminare in Libertà a Villa Pamphili perché la villa l’abbiamo sempre trovata sicurissima. E’ capitato più volte che qualcuno di noi abbia lasciato il borsello o altro oggetto al momento della partenza e poi al ritorno lo abbia ritrovato…”.
“Bisogna capire se questi orrendi fatti siano successi proprio all’interno del parco – incalza il signor Alberto – Personalmente mi sentirei di escluderlo. Ma non facciamo passare, vi prego, il messaggio che Villa Pamphili non è più un posto sicuro dove andare a passeggiare o a fare sport”.
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