È tornato in libertà il 36enne romeno sospettato di essere tra i complici di Antonio Ciurciumel, il rapinatore ucciso lo scorso 6 febbraio a Roma, durante una fuga seguita a una rapina in un condominio di via Cassia 1004.
Via Cassia, rapina finita nel sangue: scarcerato il presunto complice di Antonio Ciurciumel. Il vigilante che ha sparato e ucciso resta in cella
L’uomo si era costituito due settimane fa perché sapeva di avere a carico un mandato di cattura europeo. Secondo le prime ipotesi investigative, avrebbe fatto da “palo” durante il colpo.
Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la scarcerazione, sostituendo la detenzione con l’obbligo di dimora a Roma, poiché “non emergono gravi indizi di colpevolezza” in relazione alla rapina.
Il 36enne dopogli spari mortali del vigilantes era fuggito in Romania e poi in Germania, si è presentato spontaneamente in Italia dopo essere stato avvisato dalla fidanzata che la polizia era sulle sue tracce. In sede di interrogatorio, ha dichiarato di essere intervenuto solo successivamente, su richiesta dei complici, per accompagnarli in ospedale. Una versione che ha trovato riscontro nelle indagini più recenti.
Il vigilantes resta in carcere con l’accusa di omicidio
Intanto, è ancora detenuto Antonio Micarelli, il vigilante residente nel palazzo che aprì il fuoco contro i rapinatori, uccidendo Ciurciumel e ferendo un altro.
È accusato di omicidio e tentato omicidio. Micarelli ha sempre sostenuto di aver mirato a terra e non contro le persone, ma le immagini di videosorveglianza e l’ordinanza del gip sembrano raccontare una versione diversa.
Le indagini sulla dinamica sono in corso, con l’ausilio dei Ris di Tor di Quinto.
Due complici erano già stati arrestati: Salvatore D.G., 30 anni, e Elvis R., 29. Le indagini proseguono, anche grazie alla collaborazione della famiglia della vittima, che ha contribuito a delineare il contesto in cui si muoveva il gruppo.