Una messinscena deprimente per fingere che tutto va bene nel piano di riforestazione di Ostia finanziato con 1,8 milioni di euro del Pnnr peraltro su un terreno per il quale non è stato perfezionato il passaggio di proprietà dalla galassia Aldrobrandini al Comune di Roma.
Teatrino del sindaco Roberto Gualtieri e dell’amministrazione municipale per celebrare la morte di migliaia di arbusti piantati a Ostia su un terreno che risulta di proprietà Aldobrandini
E’ il teatrino messo in scena dal sindaco Roberto Gualtieri e da suoi accoliti politici l’altro giorno all’Axa “per una nuova iniziativa di forestazione urbana”. Peccato che l’analoga iniziativa avviata appena tre mesi fa a Ostia nella zona della pineta Acque Rosse, in via Tancredi Chiaraluce, sia miseramente naufragata. Sull’area stretta tra via dell’Appagliatore e via Tancredi Chiaraluce, alle spalle del depuratore Acea, a febbraio l’Ama ha effettuato lavori di bonifica dalle discariche presenti e ha proceduto alla messa a dimora di migliaia di arbusti di dimensioni comprese tra 20 cm e 50 cm.
A distanza di tre mesi almeno l’80 per cento delle piantine messe a dimora è secco, senza attività vegetativa. Nessuno ha provveduto a irrigare quelle essenze che sono state fatte crescere tra i calcinacci e le plastiche delle discariche spianate dalle ruspe dell’Ama. Nessuno ha informato del fatto il sindaco e il suo codazzo, esponendolo ad affermazioni del tipo “piantare l’albero giusto nel posto giusto non è solo uno slogan, ma un impegno concreto per rendere la nostra città più verde e resiliente.”
Fondi pubblici su terreni privati
Per il piano di riforestazione a Ostia, si stanno spendendo 1,8 milioni di euro di fondi Pnnr. E c’è chi denuncia che avvenga in parte su terreni dei quali il Comune di Roma non ha la piena proprietà. Si tratta dei tecnici di Labur, Laboratorio Urbanistico.
“Dei 17,99 ettari totali di forestazione, 2 terreni (le particelle del foglio 1079 nr. 2621 e 2626p), per un totale di 11 ettari, non risultano essere del Comune di Roma – denunciano da Labur – Tuttavia è stabilito che, ai fini dell’ammissibilità per l’erogazione dei fondi, la forestazione può essere realizzata su terreni di cui i comuni della Città Metropolitana (in questo caso Roma) hanno la disponibilità giuridica che non implica però la proprietà. Va sottolineato, però, che la riforestazione risultava già compresa nel c.d. Piano di Riqualificazione Urbana ‘Ostia Ponente’ (PRU) adottato nel 1996: Intervento Pubblico n.1, ‘Acquisizione ed assestamento forestale delle pinete dell’Acqua Rossa ed aree limitrofe’. Tale intervento doveva essere però finanziato al tempo per un importo di 13 miliardi di lire dalla Neulaband s.a, collegata alla famiglia Aldobrandini. Che è successo? Perché quell’operazione non si è mai realizzata e si spendono soldi pubblici per valorizzare terreni privati?”.