“La soluzione finale”: l’ultima opera provocatoria di Laika che potrebbe avere le ore contate 

Un bacio tra Hitler e Netanyahu, nell'opera di denuncia della street artist Laika per riflettere sul genocidio palestinese 

Nella foto l'opera di Laika "la soluzione finale" - Fonte Instagram

Ancora una volta, la street artist Laika, l’enigmatica figura con la maschera bianca e la parrucca rossa che non mostra mai il suo volto, ha voluto lanciare una provocazione sulle contraddizioni del nostro tempo. Stavolta lo ha fatto con la sua ultima produzione artistica, un’opera intitolata eloquentemente “La soluzione finale”, che rappresenta un bacio tra Adolf Hitler e Benjamin Netanyahu

Un bacio tra Hitler e Netanyahu, nell’opera di denuncia della street artist Laika per riflettere sul genocidio palestinese

L’immagine sconvolgete, è apparsa nella notte tra il 25 e il 26 maggio su un muro difronte al Liceo Manara, in via Basilio Bricci a Roma, come un grido di accusa diretto al governo italiano e all’Europa per il loro silenzio assordante di fronte alla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza.

Il riferimento alla “soluzione finale”

Il riferimento alla “soluzione finale”, tristemente noto per l’operazione sistematica di sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, è intenzionalmente provocatorio, ed è stato confermato dalla stessa artista – per i pochi rimasti con qualche dubbio sul suo significato – sul suo profilo Instagram, accompagnato con poche parole per scuotere le coscienze.

Evidenziando una presunta similitudine tra le azioni del regime nazista e le attuali operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, l’opera è l’immagine di Hitler, facilmente riconoscibile nella sua uniforme militare e con i tratti caricaturali tipici della satira politica, mentre bacia il Premier israeliano Netanyahu, anch’egli in abiti formali.

Le due figure vicine sarebbero bastate, ma l’attacchina romana “senza volto”, ha voluto suggellare con un bacio, una presunta “approvazione o complicità”, secondo la sua visione, nell’operato di questi personaggi.

Il messaggio di Laika 1954: “Sembra di essere tornati ai tempi del Reich”

Nel suo messaggio esplicito pubblicato su Instagram, Laika 1954 non ha infatti lasciato spazio a interpretazioni: l’operazione “Carri di Gedeone” viene da lei definita come la “soluzione finale di questa terribile pulizia etnica, di questo genocidio”.

L’artista sottolinea come l’esercito israeliano abbia già occupato l’81% della Striscia di Gaza, riducendo la popolazione civile alla fame e trasformando Gaza, da decenni una prigione a cielo aperto, in un cumulo di macerie. Le cifre sono agghiaccianti:

“L’operazione ‘Carri di Gedeone’ è la soluzione finale di questa terribile pulizia etnica, di questo genocidio. L’esercito israeliano ha già occupato l’81% della striscia e ridotto la popolazione civile alla fame. Gaza è da decenni una prigione a cielo aperto, oggi quasi completamente rasa al suolo, in cui sono morti decine di migliaia di civili, tra cui oltre 20.000 bambini. La fase successiva di questo piano suprematista di Netanyahu sarà la deportazione dei sopravvissuti”.

Per l’artista, il genocidio palestinese non solo è tollerato, ma addirittura finanziato, mentre le proteste a difesa del popolo oppresso vengono represse:

L’Europa ha sanzionato e isolato la Russia per l’invasione dell’Ucraina, ma adotta una linea soft di fronte ai crimini israeliani. Il genocidio palestinese non solo è tollerato, è finanziato, mentre le proteste a difesa di questo popolo oppresso e martoriato vengono represse: Italia e Germania più di tutti hanno deciso di stare nuovamente dalla parte sbagliata della storia. Non abbiamo imparato nulla dal passato. La fine di Gaza coinciderà anche con la nostra fine in termini di democrazia e di difesa dei diritti umani. Il mio pensiero va ad Alaa al-Najjar, pediatra e madre, cui un missile israeliano ha ucciso nove dei suoi dieci figli pochi giorni fa” – conclude Laika.

“La Soluzione Finale” potrebbe avere le ore contate

Intanto l’ultima opera di Laika ora, già considerata un potente manifesto politico che invita alla riflessione sulla democrazia e la difesa dei diritti umani, potrebbe avere le ore contate, e soprattutto per la rappresentazione di Hitler.

In Italia, la rappresentazione di Hitler ma più in generale la propaganda del regime nazista, e dunque non in questo caso, sono vietate e possono essere punite penalmente secondo la “Legge Scelba” .

Se anche dovesse accadere, non c’è dubbio che l’immagine resterà almeno impressa sulle coscienze nel suo tentativo, quantomeno di innescare un dibattito.