E’ melma o sabbia quella che finisce davanti alla spiaggia di Ostia Levante?

Andirivieni della draga tra la foce del Tevere e la spiaggia di Levante per trasportare quanto raccolto dai fondali del fiume. Ci si interroga sulla qualità del materiale, sulla sua salubrità per l’habitat e per i bagnanti

Siamo sicuri che l’operazione pagata profumatamente dalla Regione Lazio per la ricostruzione della spiaggia erosa dalle mareggiate di questi ultimi anni lungo la costa di levante di Ostia sia di qualità adeguata? E’ l’interrogativo che rimbalza sulle bocche dei bagnanti e degli addetti ai lavori che assistono ai frequenti viaggi della draga tra la foce del Tevere e le rive antistanti lo sbocco della via Cristoforo Colombo.

Andirivieni della draga tra la foce del Tevere e la spiaggia di Levante per trasportare quanto raccolto dai fondali del fiume. Ci si interroga sulla qualità del materiale, sulla sua salubrità per l’habitat e per i bagnanti

E’ di quasi cinque milioni di euro l’impegno di spesa della Regione Lazio per ricostruire parte delle spiagge di Ostia Levante erosa dalle mareggiate invernali. Si tratta di riversare circa 190mila metri cubi di sabbia raccolta in vari punti e già la progettazione aveva fatto storcere il naso a chi di queste cose se ne intende. Il piano originario prevede di riversare sulle spiagge di Ostia Ponente circa 35.471 mc di rena, di rilasciare circa 134.132 mc nel tratto di spiaggia compreso fra gli stabilimenti Pinetina e Shilling e 20.265 mc nel tratto fronte stabilimento La Vecchia Pineta.

Dove andare a prendere questo materiale? Beh, una parte in mare, proprio nello specchio d’acqua antistante le aree erose, e il resto dove l’accumulo di rena costituisce un problema anche di sicurezza. Così, i tecnici regionali hanno stabilito che 40mila metri cubi di sabbia sarebbe arrivata dalla foce del Canale dei Pescatori, 110mila metri cubi dall’imboccatura del porto turistico e poco più di 40mila metri cubi dalla foce del Tevere a Fiumara Grande.

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Movimentazione della draga lungo la costa tra Fiumara e Ostia

Chi ha esperienza nel settore, ricorda che ogni anno prima dell’inizio della bella stagione dal porto turistico veniva pescata e riversata attraverso un grande tubo e una pompa idrovora la quantità di sabbia che ingombrava l’imboccatura. Un lavoro a costo zero per le casse pubbliche (ma oneroso per i proprietari dei posti barca del porto) del quale beneficiava la spiaggia di Ostia Ponente, anch’essa pesantemente ridimensionata dall’erosione. Quindi, ciò che prima era gratis o comunque pagato da chi possiede una barca, reale destinatario del servizio portuale, adesso lo paga la Regione Lazio.

Non solo. In passato i fanghi raccolti dai fondali allo sbocco del Tevere, erano un problema. Ciò che si accumula nel tratto ultimo del biondo fiume, che non trasporta più la sabbia perché bloccata dagli sbarramenti anti-esondazione, è un limo, una fanghiglia maleodorante e piena di agenti inquinanti, di metalli pesanti e di batteri colifecali. Per questo motivo, ad ogni dragaggio del Tevere, indispensabile per consentire l’entrata e l’uscita delle imbarcazioni e dei mezzi nautici di soccorso, da sempre c’è stato il problema di dove riversare quei fanghi da esaminare ed esporre al sole per una prima depurazione batterica naturale.

I costi

Nel 2012 sempre la Regione Lazio fece un intervento simile impiegando 6,4 milioni di spesa per il riversamento di 400mila metri cubi di sabbia che veniva prelevata a largo della costa di Anzio e trasportata a Ostia con la nave cisterna. Il costo di allora fu di circa 16 euro per metro cubo e nel computo andavano considerate le spese di trasporto. Oggi il costo per metro cubo è di 22 euro con prelievi che, eccetto quelli alla foce del Tevere, avvengono a pochi metri dalla costa interessata dalla lavorazione. Con una qualità del materiale che meriterebbe approfondimenti.

Nei giorni scorsi l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Fabrizio Ghera, ha raggiunto Fiumara Grande per vedere la draga al lavoro e compiacersi dell’operazione. Siamo sicuri che questa venga fatta nell’interesse esclusivo di Ostia, della balneazione e della salute del suo mare?