Sgominata “centrale di riciclaggio” di denaro sporco: era gestita da un imprenditore romano (VIDEO)

Maxi operazione delle Fiamme Gialle e Polizia di Stato a Roma: sette persone indagate per riciclaggio di denaro sporco. Sequestrati beni per 5 milioni di euro

Una vasta operazione congiunta del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e della Squadra Mobile di Roma ha portato all’esecuzione di 7 misure cautelari personali e al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.

Maxi operazione delle Fiamme Gialle e Polizia di Stato a Roma: sette persone indagate per riciclaggio di denaro sporco. Sequestrati beni per 5 milioni di euro

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha smantellato una presunta organizzazione criminale dedita al riciclaggio di denaro di provenienza illecita, operante attraverso una complessa rete societaria con ramificazioni internazionali.

Coinvolte oltre 30 persone nell’organizzazione di riciclaggio con ramificazioni internazionali

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di una vera e propria “centrale di riciclaggio” con base operativa a Roma, ma in grado di incrociare domanda e offerta di denaro contante su vasta scala.

L’organizzazione, composta da oltre 30 persone coinvolte a vario titolo, avrebbe utilizzato una sofisticata architettura societaria, con società di facciata con sede in Slovacchia e negli Emirati Arabi Uniti, per “ripulire” i proventi di attività criminali.

Un ulteriore elemento chiave dell’attività di riciclaggio consisteva nell’occultamento di un ingente patrimonio immobiliare nel tempo, spesso realizzato attraverso l’interposizione di società schermo di diritto britannico.

Le accuse di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e truffa

Sei dei sette soggetti destinatari delle misure cautelari sono gravemente indiziati di far parte di un’associazione per delinquere con base a Roma e ramificazioni estere (Slovacchia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito).

Le accuse contestate ai sei arrestati, includono la fittizia intestazione di quote societarie, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

Mentre un settimo soggetto anch’esso finito in manette, è ritenuto responsabile di aver fornito un contributo attivo nel processo di riciclaggio, agevolando l’occultamento della provenienza illecita dei capitali.

Le misure cautelari eseguite nell’operazione antiriciclaggio

Il Tribunale di Roma ha disposto diverse misure cautelari nei confronti dei presunti responsabili del riciclaggio. In particolare sono stati posti agli arresti domiciliari due consulenti finanziari.

Uno di essi avrebbe orchestrato le numerose trasformazioni societarie funzionali al reimpiego dei proventi illeciti e ricercato ulteriori opportunità di arricchimento illecito, inclusa l’esportazione illegale di opere d’arte.

Mentre l’atro è un imprenditore e immobiliarista romano, peraltro ritenuto il gestore della complessa architettura societaria utilizzata per le attività di riciclaggio, è anch’egli ristretto ai domiciliari, con l’accusa di aver accumulato e occultato un vasto patrimonio immobiliare attraverso prestanome e società schermo.

La misura dell’obbligo di dimora è stata invece applicata sia a un imprenditore edile di origine albanese, sospettato di aver immesso i capitali illeciti dell’organizzazione nei circuiti dell’economia legale; che ad un consulente aziendale attivo tra Roma e Frosinone, che avrebbe rappresentato uno dei canali di approvvigionamento di denaro contante per l’organizzazione;

Obbligo di dimore infine anche per un soggetto romano che avrebbe agevolato l’accesso indebito delle società del gruppo a linee di credito garantite da fondi pubblici; e ad un manager milanese che avrebbe curato gli aspetti economici, finanziari e gestionali delle società strumentali al programma criminoso.

Sequestro preventivo di beni per un valore di 5 milioni di euro

Nell’ambito dell’operazione, è stato eseguito un sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza di circa 5 milioni di euro.

Le indagini avevano già portato al sequestro di circa 100mila euro in contanti e di un prezioso dipinto attribuibile a Francisco Goya, a dimostrazione della consistenza dei capitali illeciti movimentati attraverso l’attività di riciclaggio smantellata.

Il procedimento penale è ancora in fase preliminare e dunque la responsabilità degli indagati sarà accertata solo in caso di sentenza definitiva di condanna.