È stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” l’autista del bus turistico che il 19 luglio 2018 investì e uccise la 22enne romana Caterina Pangrazi mentre attraversava Corso Vittorio Emanuele II. Lo ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Roma, al termine di un processo che vedeva imputato Francesco P. per omicidio stradale.
Per il tragico investimento in Corso Vittorio: assolto l’autista del bus che travolse Caterina Pangrazi
Il mezzo procedeva a velocità contenuta – meno di 20 km/h – ma l’impatto fu fatale: Caterina, studentessa di Giurisprudenza, fu travolta al primo passo sulle strisce pedonali e morì sul colpo dopo aver battuto la testa sul marciapiede.
A gennaio, la Procura aveva chiesto per l’autista una condanna a quattro anni di reclusione, sostenendo che il conducente avesse commesso una serie di imprudenze: non aver rispettato la precedenza ai pedoni, essere transitato col semaforo giallo, e aver tentato una manovra vietata immettendosi nella corsia riservata a taxi e mezzi pubblici.
Inoltre, secondo l’accusa, la visibilità era compromessa dalla luce del sole al tramonto e il conducente avrebbe dovuto rallentare ulteriormente.
Le accuse cadute
Tutte queste accuse sono state respinte dal giudice, che ha stabilito che non sussistono elementi sufficienti per configurare una responsabilità penale.
“Nell’esprimere soddisfazione per una sentenza che esclude ogni colpa in capo al mio assistito – ha commentato il difensore Carlo Bonzano – rimane, fin dall’inizio, il profondo cordoglio per la scomparsa di una giovane ragazza“.