Francesco cerca sua sorella Irene, nata nel 1960 a Roma e data in adozione: “Lo devo a mia madre”

L'appello accorato di Francesco Grosso a Canale 10: "Si chiama Maria Irene Sardanelli, sono sicuro che mia madre non si sia mai perdonata di averla abbandonata"

“Non ho molte informazioni ma non mi fermo, lo devo a mia madre”. Francesco Grosso è  di Roma, da anni cerca la sorella nata e abbandonata nel silenzio di una maternità difficile, negli anni Sessanta, all’Ospedale San Giovanni della capitale. Una sorella di cui ha scoperto l’esistenza solo dopo la morte della madre e di cui oggi possiede pochissimi indizi: un certificato di battesimo ottenuto con fatica dal parroco dell’ospedale, qualche dettaglio doloroso sulla storia familiare e la determinazione di ritrovarla.

L’appello accorato di Francesco Grosso a Canale 10: “Si chiama Maria Irene Sardanelli, sono sicuro che mia madre non si sia mai perdonata di averla abbandonata”

La bambina si chiamava, stando al certificato di Battesimo in possesso di Francesco, Maria Irene Sardanelli, è nata il 3 maggio 1960. Proprio pochi giorni fa avrebbe compito 65 anni. Forse ha cambiato nome, forse porta il cognome della famiglia che l’ha adottata. Francesco non conosce niente della sorella, non sa come sia fatta, quale sia stata la sua vita e in quale città si trovi. E’ come cercare un ago nel pagliaio, eppure, armato di tanta forza, non intende demordere. Per questo ha deciso di raccontare la sua storia personale, intima, a Canale 10.

La bambina nacque da una relazione tra mia madre, allora molto giovane, e un uomo molto più grande di lei, sposato e non disposto ad assumersi alcuna responsabilità — spiega FrancescoLa legge all’epoca non gli avrebbe nemmeno consentito di riconoscerla, ma lui non avrebbe voluto farlo comunque. Mia madre era sola, senza il sostegno della famiglia, senza un lavoro stabile. L’unico che l’avrebbe aiutata, il padre, era già morto”.

La decisione di abbandonare la bambina, molto probabilmente affidata a un istituto o data in adozione, pesa ancora oggi sul cuore del fratello. “Mia madre, che è morta nel 2017, non ne parlava mai. Ma conoscendola, sono certo che non si sia mai perdonata. E io, che l’ho amata profondamente, credo che se avesse potuto, ci avrebbe raccontato tutto. Forse avrebbe voluto cercarla anche lei”.

Dopo la morte della madre, Francesco ha iniziato un lungo e difficile percorso di ricerca. Ha chiesto accesso alla cartella clinica del parto all’Ospedale San Giovanni, ma gli è stato negato. “Mi sono sentito impotente, come se la storia di mia sorella dovesse restare sepolta per sempre sotto la burocrazia e la vergogna di un’epoca che condannava le madri senza mezzi”.

Oggi lancia un appello pubblico: “Forse non sai della mia esistenza, voglio conoscere mia sorella, sapere se stai bene. Vorrei poterla abbracciare”.

Francesco è consapevole della delicatezza della situazione e del diritto della sorella a non voler essere trovata. Il suo desiderio principale, tuttavia, è quello di conoscere la sua storia, di sapere se ha avuto una vita serena e, se lo desidera, di poterla incontrare per colmare un vuoto che ha segnato profondamente l’esistenza di sua madre.

Chiunque abbia informazioni o se Irene si riconosce in questa storia può contattare la redazione di Canale 10.