Regole nel settore della pesca della tellina che siano le stesse per i pescatori professionisti e per quelli sportivi/amatoriali. A richiederle è Roberto Camerota, presidente di Co.ge.mo, il Consorzio per la gestione della pesca dei molluschi bivalvi nel Compartimento marittimo di Roma. Un’esigenza che in questi giorni di fine fermo è tornata a farsi sentire.
Il presidente del Consorzio, in merito alla pesca della tellina, chiede che le regole siano applicate anche ai pescatori amatoriali
Nel mese di aprile c’era stato il fermo biologico e la tellina non poteva essere pescata. Ora che l’attività è ripartita, però, si sono riaffacciati i cosiddetti pescatori sportivi. Nella giornata di oggi, lunedì 5 maggio, il presidente del Consorzio Roberto Camerota ha scritto alle Capitanerie di Porto, ai Comuni di Fiumicino, Ardea, Pomezia, Anzio, Roma e alla Asl Roma 3 per segnalare la presenza di pescatori non professionisti.
“Lungo la costa tirrenica – afferma Camerota nella sua lettera, parlando della tellina – è diffusa l’attività di pesca illegale, effettuata tutto l’anno da pescatori pseudo sportivi con il rastrello a mano nell’ambito delle acque del Compartimento marittimo di Roma. L’attività illegale è svolta in forma pseudo sportiva con quantitativi di cattura molto al di sopra dei 5 Kg consentiti ai pescatori sportivi e compromette in maniera rilevante l’equilibrio della risorsa e di conseguenza la già precaria situazione socio-economica dei pescatori professionali. Il prodotto pescato da soggetti non autorizzati, non professionisti, sfugge ai controlli sanitari che invece sono correttamente eseguiti sul prodotto pescato dalle imprese aderenti al Co.ge.mo”.
Il Consorzio chiede che le regole siano uguali per tutti. “Una situazione di gravità – spiega – con un doppio effetto di pericolo. Uno è legato al fattore commerciale per il prodotto in nero, l’altro sanitario perché non si passa attraverso il regolare ciclo di depurazione necessario.
Il Consorzio adotta delle misure tecniche nel rispetto del quantitativo di prelievo, delle zone di pesca, degli orari. Si muove nel rispetto del mare e del mercato. Queste regole possiamo applicarle ai pescatori professionisti. A quelli non professionisti possiamo fare poco. Se adottiamo delle misure ma poi i pescatori amatoriali non le rispettano, tutto diventa inutile. Chiedo che vengano regolamentati anche gli amatoriali”.