La Procura di Roma ha disposto due consulenze tecniche fondamentali per fare luce sull’omicidio di Claudio Celletti, il dipendente Ama di Ostia travolto e ucciso lo scorso 4 marzo in largo delle Marianne, nei pressi della pineta delle Acque Rosse. Le perizie potrebbero essere decisive per chiarire il movente e ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.
La procura intende ricostruire la dinamica che ha portato alla morte di Celletti e recuperare un video che potrebbe rivelarsi chiave
I periti incaricati dalla Pubblico Ministero Claudia Alberti dovranno svolgere due accertamenti cruciali.
La prima, una consulenza informatica sull’analisi del cellulare della vittima. Gli inquirenti sospettano che il telefono possa contenere un video girato da Celletti poche ore prima dell’aggressione, che documenterebbe un precedente alterco con uno degli indagati. E una perizia cinematica per stabilire con precisione la velocità, l’accelerazione e le modalità con cui il Suv Jeep Renegade ha travolto Celletti, ora considerato vittima di omicidio volontario.
Dall’incidente all’ipotesi di vendetta
Inizialmente considerato un tragico incidente stradale, il caso ha preso una svolta drammatica. Le indagini hanno infatti portato all’arresto di due 39enni di Ostia Francesco Oggianu ed Emanuele Di Rocco, oggi accusati di omicidio in concorso.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il movente sarebbe legato a vecchie tensioni nate da discussioni su questioni riguardanti i rispettivi cani.
Quel pomeriggio del 4 marzo, Claudio Celletti stava passeggiando con la compagna e il cane di lei in braccio quando è stato travolto alle spalle dal SUV guidato da Di Rocco.
L’impatto è stato così violento da scaraventare la vittima a diversi metri di distanza. Il mezzo si è subito dileguato, ma le indagini – passate dalla Polizia Municipale alla Squadra Mobile e al Commissariato di Ostia – hanno portato rapidamente all’identificazione dei presunti colpevoli.
Il dolore dei familiari e la richiesta di giustizia
Celletti, molto conosciuto nel quartiere per il suo lavoro presso l’isola ecologica del Lido, è deceduto l’11 marzo all’ospedale San Camillo dopo giorni di agonia. L’uomo era prossimo alla pensione, e la sua tragica scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella comunità e nei suoi familiari, in particolare nei nipoti che ora chiedono giustizia.
L’avvocato Fabrizio Galluzzo, legale dei familiari insieme al collega Marco Prosperi, ha dichiarato: “L’autopsia ha confermato la morte per trauma cranico cerebrale, ma queste perizie possono fornire elementi decisivi per l’inchiesta, come i parametri tecnici dell’investimento”.
La perizia sulla dinamica è attesa per il 30 aprile, mentre non è ancora stata fissata una data per l’analisi del cellulare. La comunità di Ostia resta in attesa di risposte, in una vicenda che ha scosso profondamente il territorio.