Una perdita d’acqua incessante e un mese di segnalazioni inascoltate dal servizio urgenza di Acea Ato 2 hanno trasformato il Parco Massimo di Somma alla Madonnetta in una palude. Le mamme non possono più portare i figli a divertirsi in un’area verde di proprietà pubblica peraltro tenuta come un gioiellino dal Comitato “Palocco b/p” e da un’altra associazione di quartiere.
Silenzio del gestore della rete idrica sulle richieste di riparare una perdita d’acqua che va avanti a un mese nel Parco Massimo di Somma
La perdita, purtroppo, non è una novità e le riparazioni effettuate lo scorso anno sulla linea di alimentazione di un ‘nasone’, una delle classiche fontanelle di acqua corrente presenti nella capitale, situato all’entrata del Parco di via Milanesio hanno avuto vita breve.
La zona allagata si sta espandendo anche in profondità a vista d’occhio e quella preziosa fonte utilizzata dai tantissimi frequentatori del parco è ormai un miraggio irraggiungibile. O meglio lo è a patto di coprirsi le scarpe e i calzini di fango, cosa non gradita, non solo perché ci si sporca, ma perché soprattutto i più piccoli, restando con i piedi a mollo d’inverno rischiano pure di ammalarsi.
Il fatto è che, oltre al disdicevole spreco di acqua in tempi di emergenza climatica, la flessione nel numero delle persone che frequentano l’area ha effetti negativi anche sulla sua gestione.
Il Parco, oltre a una pista di pattinaggio, un campo di basket, e circuiti dedicati alla corsa o a chi ama praticare Pilates e ginnastica all’aperto è, infatti, dotato di un piccolo chalet che le organizzazioni di quartiere affittano per feste e piccoli ricevimenti in cambio di libere offerte di danaro. Contributi che consentono di provvedere al taglio dell’erba, alle potature e alla pulizia del prato e che, da quando la perdita si è trasformata in un pantano, sono in gran parte venuti meno con un inevitabile stop della manutenzione.
“Si fanno molti meno eventi -dice Daniela Salustri, responsabile aree verdi e parchi di zona per conto di Ecoitaliasolidale- le persone rischiano di scivolare e le condizioni del Parco, tenuto benissimo grazie ai volontari, stanno peggiorando di giorno in giorno e le riparazioni non possono più attendere”.
I responsabili della gestione sollecitano Acea Ato 2 a intervenire al più presto e a porre molta attenzione al fatto che le tubature che alimentano il ‘nasone’ sono le stesse che forniscono acqua corrente ai servizi igienici del piccolo chalet al momento, per fortuna funzionanti, nonostante la perdita continui.