Morte di Andrea Purgatori, la pubblica accusa chiede il rinvio a giudizio per 4 medici

Per la morte di Andrea Purgatori i pm chiedono il processo per i professionisti accusati di un grave errore diagnostico

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Fonte foto Instagram. Canaledieci.it

La Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei quattro medici indagati per la morte del giornalista Andrea Purgatori, deceduto nel luglio del 2023.

Per la morte di Andrea Purgatori i pm chiedono il processo per i professionisti accusati di un grave errore diagnostico

L’udienza preliminare innanzi al giudice che dovrà decidere se mandare a processo gli specialisti che avevano in cura Purgatori si terrà il prossimo 19 settembre. Al vaglio del magistrato le richieste formulate dai pubblici ministeri in base ai risultati delle indagini che furono dichiarate chiuse il 9 dicembre scorso.

L’ipotesi di reato per cui si procede è quella di omicidio colposo nei confronti dei medici che, secondo l’accusa i medici commisero, con diversi profili di responsabilità, una serie di gravi errori diagnostici suscettibili di aver portato alla morte prematura del giornalista.

Gi indagati avrebbero, in particolare, elaborato un referto medico caratterizzato da “grave imperizia, negligenza e imprudenza”, attribuendo i sintomi del paziente a una metastasi cerebrale dovuta a un tumore primario ai polmoni, e ritardando la diagnosi corretta dei disturbi che accusava Purgatori in quanto attribuibili a una lesione ischemica.

Purgatori fu, pertanto, sottoposto a un trattamento radioterapico inutile e debilitante per ridurre la massa presente nel cervello, invece che ai protocolli di cura cui avrebbe avuto diritto sin dall’inizio dei sintomi correlati a una patologia di natura circolatoria.

Gianfranco Gualdi, è il radiologo accusato di aver redatto il referto errato e di aver fornito informazioni fuorvianti ai colleghi e ai familiari di Purgatori.

L’assistente del radiologo, Claudio Di Biasi, sarebbe accusato di aver confermato l’errore diagnostico; Maria Chiara Colaiacomo, medico dell’equipe di Gualdi, non avrebbe rilevato l’errore diagnostico, mentre il cardiologo Guido Laudani avrebbe omesso di effettuare indagini accurate sull’esatta natura e sule cause delle lesioni ischemiche.

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