Roma è libera dalla Peste Suina Africana: l’annuncio del Ministero della Salute

La Peste Suina Africana eradicata nel Lazio: revocate anche le zone soggette a restrizione a Roma

Foto: repertorio

Roma vince contro la Peste Suina Africana e dichiara l’eradicazione. Una grande notizia per il settore agricolo italiano e per la sicurezza alimentare in particolare per la Regione Lazio, che ha finalmente debellato la malattia dei suini e dei cinghiali, causata da un virus altamente contagioso e letale (non trasmissibile all’uomo), per il quale non esistono vaccini né cure. Ad annunciarlo oggi, il Ministero della Salute.

La Peste Suina Africana eradicata nel Lazio: revocate anche le zone soggette a restrizione a Roma

Con l’arrivo della notizia, è arrivata anche la fine di un’emergenza. La sessione della Salute e benessere animale del Comitato permanente (Paff Commitee) dell’Unione Europea, tenutasi a Bruxelles, ha infatti votato a favore della revoca delle zone soggette a restrizione istituite a maggio 2022 in provincia di Roma a causa dell’epidemia di Peste Suina Africana.

Una decisione, che sancisce ufficialmente l’eradicazione della malattia in una delle aree più colpite d’Italia: il Lazio.

Le zone che vennero dichiarate “infette” a Roma

A maggio del 2022, dopo tre giorni dalla scoperta del primo caso di peste suina a Roma, individuato su una carcassa di cinghiale nel Parco dell’Insugherata, arrivò l’ordinanza emessa dalla Regione Lazio per contenere la malattia virale, che distinse un’area delle “Zone infette” provvisorie, larga 65 chilometri quadrati, con misure stringenti, e una zona di attenzione.

Il merito del piano di contenimento

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto, sottolineando l’importanza della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte, dalla Regione Lazio alla Città Metropolitana di Roma, passando per gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e il Centro di referenza nazionale per le pesti suine.

Un successo nella lotta alla Peste Suina Africana, ottenuto grazie a un piano di contenimento efficace, che in più di due anni ha previsto azioni di sorveglianza capillare del territorio, con particolare attenzione alle zone a rischio; l’adozione di misure rigorose di biosicurezza negli allevamenti suini per prevenire la diffusione del virus, ed anche azioni di Cacciabilità straordinaria, con l’autorizzazione alla caccia straordinaria dei cinghiali, principali vettori della malattia.

Il via agli abbattimenti, scattò il 17 giugno del 2022, quando nel Lazio il numero stimato della popolazione dei cinghiali era di circa 75 mila: “Eccessivo e al di fuori di un corretto equilibrio”  – come dichiarò all’epoca D’Amato.

Il caso del rifugio Sfattoria

Una questione complessa e collegata alla Peste suina, fu all’epoca quella della Sfattoria, il rifugio degli animali maltrattati, che in assenza di una normativa adeguata per chiarirne lo status e la gestione degli animali non destinati alla produzione alimentare, rischiò l’abbattimento dei 140 suini ospiti.

Il monitoraggio del Ministero della Salute

Nonostante questo importante successo, il Ministero della Salute continua a mantenere alta l’attenzione e a vigilare per prevenire ogni possibile reintroduzione del virus. Saranno intensificati i controlli alle frontiere e saranno adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del territorio nazionale.