Ad Anzio e Nettuno si è svolta una vasta operazione di Polizia contro il narcotraffico e altri gravi reati legati a rapine e armi. In campo, nella mattina di oggi martedì 14 gennaio, oltre 200 agenti e altri corpi speciali.
Dal narcotraffico alle armi, dalle rapine alle estorsioni. Polizia in azione in una vasta operazione svolta tra Anzio e Nettuno
Dalle prime ore di questa mattina, il territorio di Anzio e Nettuno è al centro di una vasta operazione contro il narcotraffico e altri gravi reati, condotta dalla Polizia di Stato, che ha portato ad arresti e perquisizioni.
Impegnati nell’operazione oltre 200 agenti, affiancati da unità cinofile, Polizia Scientifica e Reparti speciali. La Guardia di Finanza ha partecipato con un’aliquota dedicata ad attività specifiche.
L’attività investigativa è scattata dopo quanto avvenuto nella notte di Capodanno 2024, quando si era verificato il ferimento di un pregiudicato di Anzio con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco.
Un anno di indagini che hanno portato gli investigatori del Commissariato della Polizia di Stato di Anzio-Nettuno, a seguito di un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Velletri, a dare esecuzione oggi ad un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Velletri.
Il provvedimento ha interessato 15 indagati nei confronti dei quali sono state emesse altrettante misure cautelari, di cui dodici in carcere e tre in regime domiciliare.
Ventidue le perquisizioni che sono state effettuate, a vario titolo, per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Oltre al reato di spaccio sono stati contestati anche il traffico internazionale di stupefacenti, incendio, rapina, lesioni ai fini di estorsione.
Nelle perquisizioni sono state sequestrate bombe a mano, ordigni, stupefacenti.
Droga e telefoni ai detenuti
Secondo le ricostruzioni sarebbe risultato, inoltre, che droga e telefoni cellulari venivano inviati a persone detenute presso istituti di pena. In ogni caso l’operazione principale riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, che veniva “seguito” dal momento dell’approvvigionamento delle sostanze fino alla messa sul mercato.
La droga veniva acquistata sia in Italia che all’estero. Per ovviare ai limiti di esportazione del denaro contante le somme per l’acquisto venivano suddivise tra più soggetti.
L’incendio alla pompa di benzina
Dalle indagini è risultato anche che per “gestire la concorrenza” gli indagati, lo scorso gennaio 2024, abbiano scatenato con cinque euro di benzina, l’incendio della base logistica degli “avversari” e che siano state utilizzate per lo stesso motivo delle armi da fuoco.
Sono ancora in corso le ricerche di uno degli indagati.