Quattro patteggiamenti, di cui due a 4 anni per il reato di tortura, e due rinvii a giudizio. E’ quanto ha deciso il gup di Roma nei confronti di alcuni operatori sociosanitari impiegati nel Centro di Educazione Motoria (Cem) della Croce Rossa arrestati lo scorso luglio dai carabinieri di Roma con le accuse, a vario titolo, di tortura e maltrattamenti ai danni di pazienti disabili, affetti da gravi patologie psicofisiche.
Croce Rossa parte civile, a due operatori contestata anche la tortura
Il giudice ha dato il via libera al patteggiamento a 4 anni di carcere con detenzione ai domiciliari per due imputati che hanno offerto risarcimenti da 20 mila e 15 mila euro.
Altri due operatori hanno patteggiato 2 anni con sospensione della pena previo percorso di recupero e ha disposto il rinvio a giudizio per due imputati fissando il processo al 4 novembre prossimo davanti ai giudici della prima sezione collegiale.
Più procedimenti
Per altri quattro imputati invece che hanno scelto il rito abbreviato il giudice deciderà nell’udienza del 17 febbraio.
Secondo l’accusa, gli operatori avrebbero inflitto ripetute violenze ai danni di alcuni pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche.
I fatti che coinvolgono i dieci operatori sono quelli che i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno ricostruito a partire dalla primavera 2023. È in quel periodo che sono state piazzate le telecamere all’interno del centro di via Ramazzini.
Capelli tirati, pazienti legati alla sedia a rotelle e malmenati, colpi di bottiglie sulla testa, minacce del tipo: “Tu morirai stasera”.
Qualche tempo prima gli stessi vertici della Croce Rossa avevano segnalato alcuni sospetti ai carabinieri. Le conferme sono arrivate a stretto giro osservando le telecamere piazzate in alcune stanze ma anche negli spazi comuni.
Violenze e torture
Violenze e torture, definite “una galleria degli orrori” dal giudice che ha fatto spiccare gli ordini di cattura per gli operatori del centro.