Il mare si infrange ormai ai piedi della Fontana dello Zodiaco e del trampolino del Kursaal mentre il bando comunale per la concessione delle spiagge segna il passo
Le ultime immagini girate con il drone sull’erosione della spiaggia di Ostia sono drammatiche: il mare ha raggiunto la base della Fontana dello Zodiaco e minaccia le fondamenta del trampolino e della piscina del Kursaal. Due simboli del mare di Roma, della sua attrattiva balneare, del comfort e dell’accoglienza, sono sull’orlo del baratro. Senza misure straordinarie si rischia il loro crollo con la prossima mareggiata.
Mentre non si registrano passi avanti sulle opere necessarie per arrestare l’avanzata del mare – il vecchio progetto dei pennelli trasversali elaborato dal prof Leopoldo Franco per la Regione Lazio è affondato definitivamente – l’erosione costiera prosegue la sua avanzata. Le immagini che vi proponiamo, girate con il drone alle 17,00 di ieri, giovedì 9 gennaio, sono drammatiche. Del bar sulla spiaggia dello Shilling è rimasta solo la palificazione e il mare ha iniziato a distruggere il ristorante facendo crollare le vetrate. L’acqua ha travolto le passerelle e si trova ormai a meno di cinque metri dalla base della Rotonda con la sua Fontana dello Zodiaco restaurata da poco a spese del Campidoglio.
Non meno drammatica la situazione al confinante stabilimento Kursaal. Di tutte le cabine originarie (realizzate con lo stabilimento nel 1957) ne sono rimaste in piedi solo tre e, aspetto ancora più grave, la battigia è a non più di sei-sette metri dalla base del trampolino e della piscina disegnati dall’architetto Attilio Lapadula.
Onde ormai a ridosso della struttura portante anche allo Sporting beach: la mareggiata ha raggiunto le fondamenta del caratteristico ristorante sul mare, tanto amato da vip come Daniele De Rossi, Pupi Avati e altri ancora.
In tutto questo, non un segnale arriva dalla Regione Lazio, ente al quale compete la difesa del suolo e la lotta all’erosione. Si è ancora fermi al risibile tentativo di arrestare l’avanzata del mare con lo sversamento a riva (tra gli stabilimenti Pinetina e Sporting Beach) di circa 190mila metri cubi di sabbia (5 milioni di euro) destinata a essere risucchiata alla prima mareggiata. Già è successo con lavori identici effettuati dalla Giunta Polverini: dopo tre mesi si era nuovamente… in alto mare. In una nota di agosto 2024 la Regione Lazio annunciava l’inizio dell’operazione il 1° marzo 2025 ma, al momento, non si hanno conferme.
E resta senza risposta anche la domanda: chi rimuoverà le macerie dal mare visto che tre stabilimenti, al momento, sono senza concessionario?
Com’è noto il Campidoglio ha comunicato l’intenzione di procedere entro la fine di questo mese o, al massimo del prossimo, con il bando pubblico per l’assegnazione delle concessioni scadute degli stabilimenti balneari di Ostia. L’operazione, però, si scontra con la rivoluzione innescata dalla sentenza del Tar che ha riaperto e reso valida la graduatoria del bando Raggi/Di Pillo poi annullato (illegittimamente) da Gualtieri/Falconi.
Il 25 novembre scorso il Tar ha dato ragione ai ricorrenti che si erano visti annullare la gara e ora i giudici amministrativi impongono al Campidoglio due alternative: o completare la procedura del 2020 oppure «adottare ulteriori o diversi atti e/o determinazioni in merito all’assegnazione delle concessioni balneari, in ogni caso nel rispetto del vincolo conformativo nascente dalla presente decisione». Disposizioni che sembrano aprire la strada alle altre società che, poco più di quattro anni fa, hanno risposto alla gara indetta dal Municipio X. Il Campidoglio si trova di fronte al bivio e, per il bene di Ostia, non si può permettere di perdere altro tempo.