Processo da rifare, l’assoluzione è stata annullata. La Cassazione ha annullato l’assoluzione di Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di aver bendato nella caserma di via in Selci Gabriel Natale Hjorth, l’americano fermato assieme al suo amico e connazionale Lee Elder Finnegan per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, 35 anni, ucciso con undici coltellate nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma.
Il carabiniere dovrà affrontare un altro processo, l’appello bis: in primo grado la condanna, poi l’assoluzione ora l’annullamento dell’assoluzione
Manganaro rispondeva del reato di “misura di rigore non consentita dalla legge”
L’assoluzione
A ricorrere contro la sentenza, emessa il 26 aprile scorso dai giudici della prima Corte di Appello di Roma che avevano assolto Manganaro perché “il fatto non costituisce reato”, sono stati gli avvocati Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, legali di parte civile di Hjorth, e non la Procura generale. Nel frattempo a Hjorth da tenpo sono stati concessi gli arresti domiciliari a Fregene dalla nonna.
In primo grado la condanna, poi l’assoluzione ora l’annullamento
In primo grado il giudice monocratico aveva, invece, condannato il carabiniere a due mesi, pena sospesa. Dopo l’annullamento della sentenza di assoluzione da parte dei supremi giudici si terrà ora un appello bis, ma davanti al Tribunale civile ai soli fini del risarcimento.
“Esprimiamo apprezzamento – hanno affermato i legali di Hjorth – per la decisione dei giudici della Cassazione che hanno accolto il nostro ricorso annullando una sentenza visibilmente errata in fatto e in diritto che aveva escluso la rilevanza penale di una gravissima condotta di abuso inaccettabile per uno stato di diritto”.
Le condanne per gli americani ridotte
E’ diventata definitiva a novembre, intanto, la condanna a 15 anni e due mesi per Elder. Né la procura generale, infatti, né i difensori hanno impugnato la sentenza di appello bis del 3 luglio scorso, quando i giudici avevano ridotto le pene, condannando a 15 anni e due mesi Elder, ora detenuto nel carcere milanese di Opera, e a 11 anni e quattro mesi Hjorth, dall’estate scorsa ai domiciliari dalla nonna in una villetta di Fregene.
I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma, dopo il rinvio della Cassazione, avevano fatto cadere le aggravanti e ammesso il rito abbreviato, portando a una sensibile diminuzione degli anni da scontare in carcere.