Lutto nella comunità dei padri separati: addio al papà simbolo della battaglia per il diritto legale di riavere un figlio. Si chiamava Simone Ortu, e dopo oltre 20 anni di sofferenze e gravi disagi economici per riavere la figlia sottratta dai servizi sociali, è stato stroncato da un infarto.
Lutto nella comunità dei padri separati: addio al papà simbolo della battaglia per riconquistare il diritto legale di riavere sua figlia
La comunità dei padri separati è in lutto per la scomparsa di Simone Ortu, un pilastro della rete sociale “Padri Separati” e simbolo di una lotta tenace per il diritto di essere padri.
L’uomo provato da una vita di di sacrifici oltre misura, è deceduto per un infarto fulminante, lasciando nel dolore sua figlia e un vuoto nel cuore di migliaia di persone che lo consideravano un punto di riferimento: un guerriero che non ha mai smesso di combattere per l’affetto della sua bambina.
La vicenda di Simone Ortu, è stata segnata da un dramma profondo: la scoperta di una violenza subita dalla figlia quando era ancora molto piccola e si trovava con sua madre.
Una battaglia per la giustizia
A quella tragedia, poco dopo, se ne unì un’altra: la decisione dei servizi sociali di togliere la piccola ad entrambi i genitori per portarla in una casa famiglia dall’altra parte d’Italia.
Una storia di dolore e un lungo calvario giudiziario in cui nonostante le difficoltà economiche e le sofferenze psicologiche, Simone Ortu non si era mai arreso, lottando con tutte le sue forze per riconquistare il diritto di essere presente nella vita della sua bambina.
Lui stesso aveva voluto condividere le sue sofferenze con la comunità social “Padri separati”, e lo aveva fatto nel giorno più importante dopo la nascita di sua figlia, e cioè quello in cui, vincendo una battaglia legale di anni, era riuscito a riaverla tra le sue braccia:
“Mi sono trovato mia figlia a 3 anni e mezzo che aveva subito una violenza quando era sotto la tutela della madre. Me la portarono via mettendola in una casa famiglia, per non farle mancare la mia presenza per anni sono partito da qui per andare al nord, senza soldi e passando quelle notti in un sacco a pelo dove potevo trovare riparo. Sono arrivato al punto massimo di disperazione e più volte ho pensato di farla finita – aveva dichiarato in un post commovente sulla pagina dei “Padri Separati”, suoi compagni di sventura -. Invece non ho mai mollato, ho seguito le orme di mio padre innamorato di sua figlia, e dopo anni me l’hanno ridata ammettendo gli errori fatti. Ora posso sorridere a tutto”.
I messaggi di cordoglio per Simone Ortu: “il suo esempio è un lascito indelebile”
La scomparsa di Simone Ortu lascia un vuoto incolmabile nella comunità dei padri separati. Ma il suo esempio continuerà a vivere, ispirando tutti coloro che si battono per i propri diritti e per il diritto dei propri figli a essere amati e protetti.
In queste ore in tanti si stanno stringendo intorno alla figli, il suo amore riconquistato, con messaggi di cordoglio:
“Simone era uno dei primi padri separati di questa comunità che conobbi quando ci entrai oltre 12 anni fa. Un guerriero che ha dato tutto se stesso per sua figlia. La vittoria sua e di sua figlia furono uno dei momenti più belli anche della nostra comunità. Un abbraccio carissimo Simone, ci mancherai” – le parole che gli ha dedicato l’amministratore del gruppo social “Padri Separati”.
“Povero padre quante ne ha passate! Che riposi in pace. Sentite condoglianze a sua figlia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene e fanno tesoro del suo esempio. Non posso però non rammaricarmi per come i padri vengono trattati dalle istituzioni e dalla giustizia” – scrive Mary.
“Un disastro lungo più di 20 anni, impastato di malagiustizia, arroganza, prevaricazione, menzogne cucite di bianco – evidentissime – eppur approvate e caldeggiate dai giudici; sopraffazione ed atteggiamenti predatori chiarissimi eppure approvati e caldeggiati dai tribunali in questo specifico settore. Una VERGOGNA. E tutto questo disastro che genera povertà, dolore, malattie gravissime, stress velenoso, si insinua nelle arterie come gas tossico” – scrive Liliana.