Maccarese, l’ex Stazione sanitaria dove si curava la malaria diventerà un ricovero per bisognosi

Maccarese, via libera al recupero dell’ex Stazione sanitaria da tempo in completo stato di abbandono

L’ex Stazione sanitaria di Maccarese dove, dopo l’avvento del chinino, si curavano i braccianti impegnati nelle bonifiche di paludi infestate dalla malaria negli anni Ventri del Novecento, sarà restaurata e riqualificata a beneficio dei residenti e di progetti di assistenza e ospitalità per bisognosi.

Maccarese, via libera al recupero dell’ex Stazione sanitaria da tempo in completo stato di abbandono

Il comune di Fiumicino ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica che dà il via libera ai lavori di riqualificazione e conservazione dell’immobile a suo tempo sgomberato per aprirvi locali gestiti di pertinenza della Asl e poi abbandonato.

Agli interventi di restyling è stato destinato uno stanziamento di 84mila euro cui si aggiungono altri 150mila euro a carico dei finanziamenti straordinari per la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Regione Lazio a beneficio degli enti locali dell’Etruria meridionale.

L’ex Stazione sanitaria, situata in viale Castel San Giorgio, potrà essere destinata a ospitare persone in difficoltà negli spazi che ospitarono i presidi medici attraverso cui si dette un contributo fondamentale alla sconfitta della malaria nel secolo scorso grazie ai finanziamenti messi a disposizione dallo Stato in tutte le strutture che il Regno d’Italia aveva fatto edificare nell’agro Romano.

Complessi urbanistici in cui trovarono collocazione scuole e presidi per l’alfabetizzazione linguistica dei contadini e delle popolazioni rurali.

Le Stazioni sanitarie rimasero in funzione fino a 1953 quando vennero sostituite dalla presenza dei medici condotti che si spostavano all’interno dei fondi per prendersi cura degli ammalati con estrema difficoltà proprio perché gli appezzamenti strappati agli acquitrini non erano collegati con la capitale.

Una condizione molto simile a quella descritta nel romanzo di Antonio Pennacchi “Canale Mussolini” dove si narrano le vicende delle popolazioni venete trasferite forzosamente nell’Agro pontino secondo i programmi di bonifica delineati dal governo fascista per ampliare la disponibilità di terreni coltivabili a sud di Roma.

L’ex Stazione sanitaria diventerà patrimonio storico dell’amministrazione locale di Fiumicino poiché è inserita all’interno di una zona nota per la sua biodiversità e per la presenza di aree naturali come il parco del Litorale Romano e l’Oasi Wwf che offrono habitat per diverse specie di flora e fauna.