Dopo il Tar Lazio anche il Consiglio di Stato ha bocciato il tentativo del Municipio di aumentare i canoni balneari
Ostia non ha un alto valore turistico. Comunque, non tale da essere paragonata a luoghi come Amalfi, Capri o Sorrento. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato rispetto al ricorso presentato dal Comune di Roma sulla sentenza del Tar che dava ragione ai concessionari balneari, vittime della richiesta di pagare quasi il doppio dei canoni in virtù della riclassificazione voluta dal X Municipio che ha attribuito alla spiaggia di Ostia una alta valenza turistica.
La sentenza del Consiglio di Stato è stata pubblicata ieri, 24 dicembre 2024, dalla Sezione Settima del Consiglio di Stato, (Fabio Taormina, Presidente; Daniela Di Carlo, Consigliere; Angela Rotondano, Consigliere; Estensore Laura Marzano; Consigliere Rosaria Maria Castorina) riguardo alla Camera di Consiglio del 16 luglio scorso. Il contenzioso riguardava il ricorso presentato dall’Avvocatura comunale contro la decisione del Tar del 23 gennaio 2024 nella quale si riconoscevano le ragioni dei concessionari di dieci stabilimenti balneari di Ostia.
Il Tar aveva annullato la deliberazione della Giunta del X Municipio di ottobre 2022 (giunta di sinistra presieduta da Mario Falconi) nella quale è stato “riclassificato il territorio di Roma Capitale attribuendogli il valore complessivo di 64,5, inserendolo in categoria A (alta valenza turistica) e determinando il conseguente aumento dei canoni concessori”. Il Tar aveva dato ragione alle motivazioni dei balneari contro l’amministrazione locale contestando “eccesso di potere per difetto di istruttoria, illogicità manifesta, travisamento dei fatti, contestando l’attribuzione dei punteggi alle singole categorie che avevano concorso al punteggio finale superiore a 50 e la conseguente classificazione dell’area ad alta valenza turistica”.
Il Consiglio di Stato ha contestato al Municipio e al Comune di Roma di aver presentato dati errati riguardo alcune delle voci che determinano il valore turistico di una locali. Per esempio, riguardo al grado di erosione delle coste, l’amministrazione l’aveva definita di livello “medio”, anziché “forte”. E, da parte del X Municipio, erano stati esibiti elementi e numeri non corretti rispetto agli arrivi turistici, presenze turistiche e offerta posti letto, all’assenza di divieti alla balneazione. Insomma, era manifesto il “difetto di istruttoria e di motivazione nell’accertamento dei requisiti di alta valenza turistica”.
Va ricordato che già a novembre 2015, in presenza della Commissione prefettizia che sostituiva la Giunta municipale di sinistra dimessasi per mafia, Ostia era stata classificata come un’area ad alta valenza turistica. I canoni erano stato quasi raddoppiati, addirittura con effetto retroattivo fino al 2007. A ottobre 2020, a causa della pandemia, la valenza era tornata bassa. A fine marzo 2022 e nuovamente a ottobre dello stesso anno il X Municipio aveva riportato Ostia ad alta valenza turistica, aumentando di nuovo i canoni concessori. In modo illegale, come ha certificato la sentenza del Consiglio di Stato.
Nel frattempo, altre sentenze sempre a proposito del valore turistico delle spiagge di Ostia erano intervenute a favore dei balneari da parte del Consiglio di Stato (il 1° marzo 2023 a favore del concessionario dei Bagni Vittoria) e pochi giorni dopo da parte del Tar (il 4 aprile 2023 a vantaggio del concessionario de La Playa).