Ostia, taglieggia un commerciante: ristoratore dell’Infernetto in carcere per estorsione

Dopo l'agguato subìto, Da Ponte torna a far parlare di sé: ad arrestarlo per estorsione gli investigatori del commissariato di Ostia

Immagini del Commissariato X Lido - canaledieci.it

Il nome di Antonio Da Ponte, personaggio di spicco all’Infernetto, torna a far parlare di sé dopo l’agguato di mesi fa quando venne centrato da colpi di pistola. Il ristoratore dell’Infernetto è finito in manette con l’accusa di tentata estorsione. Avrebbe raggirato un commerciante per taglieggiarlo.

Dopo l’agguato subìto, Antonio Da Ponte torna a far parlare di sé: ad arrestarlo per estorsione gli investigatori del commissariato di Ostia

L’operazione – coordinata dalla Dda di piazzale Clodio – è stata condotta dagli agenti del X distretto Lido mercoledì 18 dicembre. Nella mattinata di oggi, 21 dicembre,  la convalida del fermo di polizia da parte del giudice per le indagini prelininari che ha disposto per l’arrestato il trasferimento a Regina Coeli.

Secondo le indagini, il 46enne, proprietario di un ristorante in via di Castelporziano, avrebbe messo a punto  un raggiro per costringere un commerciante a pagare una somma di denaro. Il raggiro sarebbe nato dalla richiesta di fornitura di 700 euro di materiale elettrico mai consegnato.

Dopo aver simulato un’ordinazione e versato un acconto il ristoratore avrebbe rifiutato la merce, chiedendo poi il rimborso con interessi, in un chiaro – secondo gli investigatori – tentativo di estorsione.

A pesare forse anche il suo passato. Nel 2009 Da Ponte era stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Giovanni Di Muro, un imprenditore milanese e collaboratore di giustizia.

L’omicidio, avvenuto a Milano, fu un colpo durissimo per la ‘ndrangheta locale. Da Ponte, dopo l’arresto a Nizza, venne estradato in Italia e poi condannato.

Il carcere e il ristorante

Uscito dal carcere, il quarantenne ha cercato di voltare pagina, aprendo un ristorante all’Infernetto. Ma il suo passato turbolento sembra non volerlo abbandonare.

Prima l’agguato in auto nel febbraio del 2023 (i cui autori sono rimasti sconosciuti) e ora l’arresto per estorsione. Un susseguirsi di eventi che rischia di gettare ancora un’ombra sulla sua figura.

La difesa

Il difensore, l’avvocato Pablo De Luca, è però certo di poter smantellare l’accusa. “Abbiamo esaminato gli atti e riteniamo che ci siano tutti gli elementi per un ricorso al giudice del Riesame“.

Va ricordato che l’arresto non è sinonimo di colpevolezza: l’indagato va considerato non colpevole fino al terzo grado di giudizio.