Lo stadio “Anco Marzio” dal prossimo 1° gennaio chiuderà i battenti. L’Ostiamare Calcio, società concessionaria della struttura comunale, impossibilitata a proseguire l’attività sportiva negli spogliatoi e negli spazi sociali dichiarati abusivi e quindi inagibili, restituirà le chiavi all’amministrazione comunale. Che, per voce dell’assessore capitolino Alessandro Onorato, preannuncia un nuovo concessionario. Ed è subito scontro con il presidente uscente, Roberto Di Paolo.
L’Ostiamare calcio restituirà le chiavi dello stadio dichiarato abusivo e inagibile dal Campidoglio che non ha concesso deroghe utili a finire la stagione. Scontro tra assessore e presidente
Dopo la figuraccia dell’assessore Onorato sulla vicenda del Concerto di Capodanno, un’altra tegola si abbatte sul suo profilo amministrativo: dal 1° gennaio l’Ostiamare Calcio cesserà ogni attività allo stadio “Anco Marzio” di via Amenduni, lasciando a casa circa 400 bambini della scuola calcio.
L’intricata vicenda sugli abusi commessi negli anni sullo stadio “Anco Marzio” di via Amenduni e scoperti solo dopo il cambio di assetto proprietario, sembra arrivata a capolinea tra scambi d’accuse tra il Campidoglio e la presidenza dell’Ostiamare Calcio. L’ultima puntata è legata alla richiesta, effettuata il 3 dicembre scorso e ribadita con una successiva nota del 16 dicembre, partita dal presidente Roberto Di Paolo al Dipartimento Sport di Roma Capitale. In quelle note, il presidente Di Paolo chiedeva la sospensione dell’ordine di demolizione delle opere abusive realizzate nel 2007 (quindi prima del suo arrivo all’Ostiamare Calcio e mai rilevate) e nel 1983 e di autorizzare l’attività sportiva almeno fino al 30 giugno prossimo.
Il Comune di Roma Capitale ha attestato che le tribune con gli spogliatoi all’Anco Marzio sono stati realizzati abusivamente nel 2007. E non è sanabile, nonostante la richiesta di condono, neanche il fabbricato costruito nel 1983 comprensivo di bar, spogliatoi e segreteria. Prima del 2021, quando Roberto Di Paolo rilevò la proprietà dell’Ostiamare da Luigi Lardone, dal Campidoglio si era taciuto rispetto agli abusi e all’urgenza di provvedere alle demolizioni. A novembre scorso le dimissioni di Di Paolo in aperta contestazione verso il Campidoglio.
La risposta dell’assessore Alessandro Onorato
Dal Dipartimento Sport non sono state concesse le sospensioni né le deroghe richieste. Se l’Ostiamare Calcio vuole restare all’Anco Marzio fino al 2031, termine della concessione, deve demolire le opere abusive. Costo stimato, 3,5 milioni di euro. Per Onorato la riconsegna delle chiavi dello stadio il 1° gennaio prossimo è “una notizia che lascia sbigottiti considerato che solo pochi giorni fa – davanti al sottoscritto, al Prefetto, al Capo Segreteria del Sindaco, al Capo della Polizia Locale e a tutte le istituzioni che si sono riunite per risolvere la situazione – la stessa società aveva garantito che avrebbe rispettato gli impegni presi con le famiglie e portato a termine la stagione agonistica fino a giugno”.
La soluzione, per l’assessore, è nella individuazione di un nuovo concessionario. “A questo punto – anticipa Onorato – saremo chiamati a compiere un miracolo, visto lo scarso preavviso e il periodo delle festività in arrivo, per garantire la continuità della scuola calcio. Lo faremo attraverso una società pubblica e nelle more dell’individuazione di un nuovo concessionario, secondo quanto previsto dalle norme”.
La replica del presidente dell’Ostiamare
Risposta immediata da parte di Roberto Di Paolo rispetto alle intenzioni manifestate dall’amministrazione capitolina. “Resto allibito di fronte a quanto affermato dall’Assessore Alessandro Onorato – sottolinea Di Paolo – La società ha cercato con tutte le sue forze e con ogni mezzo ragionevole di porre rimedio ad una situazione figlia di abusi commessi da altri e perpetratisi negli anni passati in maniera indisturbata. Per amore di Ostia e delle famiglie dei nostri tesserati abbiamo garantito l’attività fino a fine stagione ma abbiamo segnalato in via ufficiale, senza ricevere risposta alcuna, che la non agibilità dichiarata non consente le condizioni di sicurezza per i bambini e per gli atleti né le necessarie coperture assicurative, oltre a non consentire nemmeno gli allenamenti delle squadre agonistiche. E’ stato quindi chiesto un provvedimento di autorizzazione in deroga all’uso di dette strutture almeno fino a fine anno sportivo ma la risposta deve essersi persa tra i corridoi del Campidoglio. Adesso sento parlare di nomina di nuovo concessionario e di una società pubblica che garantirebbe il proseguimento dell’attività della scuola calcio, mi chiedo però con quali autorizzazioni o deroghe lo farebbe? Probabilmente con le stesse che abbiamo richiesto noi e che mai ci sono state concesse”.