Misure cautelari per sei dipendenti comunali. Le accuse a vario titolo sono di corruzione, falsa attestazione e certificazione
Se non “ungevi” il meccanismo la pratica di condono restava incagliata per anni. Oppure se pagavi profumatamente, ottenevi un corridoio preferenziale, riuscendo a sanare anche abusi fuorilegge. E’ il verminaio che hanno scoperto i carabinieri all’Ufficio Condono del Comune di Roma che oggi, venerdì 22 novembre, hanno eseguito sei misure cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti capitolini.
E’ il bilancio di un’operazione avviata ben quattro anni fa dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur che, coordinati dai pm della Capitale, hanno effettuato controlli e sequestri di materiali sulla base di una denuncia circostanziata. Le indagini, infatti, sono state avviate nel settembre 2020 in seguito alla denuncia presentata ai militari dell’Eur da un dirigente della società ‘Risorse per Roma Spa’, in servizio all’Ufficio Condono Edilizio, che segnalava irregolarità riguardanti una pratica di condono relativa ad alcuni abusi edilizi realizzati su un immobile nella Capitale. La società in house “Risorse per Roma” è subentrata agli uffici comunali per l’esame delle 600mila pratiche di condono, delle quali ancora circa 170mila giacenti nella sede di via di Decima.
Nell’ambito dell’indagine è stato analizzato un appunto manoscritto, sequestrato ad una incaricata di pubblico servizio, in cui erano riportati riferimenti a numeri di pratiche di condono con annotati, a fianco, alcuni importi che, anche in virtù dell’acquisizione documentale e delle dichiarazioni auto-eteroaccusatorie di un altro incaricato di pubblico servizio, sono stati ricondotti a somme di denaro riscosse o da riscuotere.
Oggi i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip, che dispone misure cautelari per sei persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, istigazione alla corruzione, falsa attestazione e certificazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.
Già a giugno di quattro anni fa i carabinieri arrestarono sei persone dell’Ufficio Condono, un geometra, un funzionario comunale e quattro dipendenti di “Risorse per Roma” con l’accusa di aver richiesto tangenti per le pratiche. Nel 2023, invece, i sindacati dei lavoratori dell’Ufficio Condono hanno denunciato una serie di strani furti all’interno dell’edificio.
Il metodo per spingere l’utente a consegnare la tangente per ottenere lo sblocco della propria pratica era subdolo e anche vendicativo nei confronti di chi non soggiaceva al ricatto. In un caso l’utente ha ricevuto insistenti richieste di incontro con uno degli tecnici dell’Ufficio Condono “per chiarimenti”. Subodorato che potesse trattarsi della richiesta di denaro, l’utente ha provato a demandare la pratica al suo tecnico di fiducia ma l’interlocutore comunale ha rifiutato. Il risultato è stato che dalla sua pratica sono sparite le ricevute dei versamenti effettuati per l’oblazione e per gli oneri concessori. L’utente è stato costretto a riversare le somme mancanti per poi ottenerne il rimborso parziale. Gli interessi bancari applicati per il tardivo pagamento, ad esempio, non sono stati mai restituiti.