Lui finto frate e il complice finto carabiniere, le identità a Roma di Ramunni re italiano della truffa

Ramunni vestito da frate francescano, il complice finto carabiniere: ora si indaga se con le false identità siano stati perpetrati altri reati

Stefano Ramunni. Foto canaledieci

Il giorno dell’arresto a Roma, giovedì scorso – come anticipato da Canaledieci – Stefano Ramunni, re italiano della truffa, vestiva i panni di un frate francescano e nascondeva nelle tasche almeno quattro documenti falsi. Ora la polizia sta ricostruendo se con i nomi delle vittime siano stati commessi altri raggiri.

Ramunni vestito da frate francescano, il complice finto carabiniere: ora si indaga se con le false identità siano stati perpetrati altri reati

In abito talare, collarino bianco e grande croce al collo, Stefano Ramunni – truffatore dichiarato e in passato al centro di più servizi de Le Iene – si è presentato alle Poste di via Anastasio II per richiedere un finanziamento bancoposta esibendo una patente di guida risultata sottratta ad un alto prelato dello Stato del Vaticano.

Ed è allora che è stato bloccato grazie al rapido intervento degli investigatori della Polizia Postale preallertati dal servizio di sicurezza delle Poste. Un impiegato, già nei giorni precedenti, lo aveva riconosciuto ricordando un servizio televisivo.

A fine perquisizione dalle tasche di Ramunni è saltata fuori una carta d’identità valida per l’espatrio intestata a un ignaro Francesco V. e rilasciata dal Comune di Viggianello, in provincia di Potenza, ma anche la patente di guida, firmata da autorità svizzere, intestata a monsignor Giuseppe Laterza, un alto prelato di origine barese attualmente in missione come Nunzio Apostolico in Africa. Solo che ai documenti (uno risultato falsificato, l’altro  di provenienza furtiva) aveva affisso la sua foto.

Il monsignore derubato

Nel dicembre 2023, infatti, monsignor Laterza ha presentato ai carabinieri di Roma San Pietro una denuncia di furto dei suoi documenti di identità, denaro e bancomat.

Undici mesi dopo il documento del prelato sono nelle mani di Ranucci, che ha la fama di essere il re dei truffatori in Italia.

E’ la mattina del 7 novembre 2024. Una volta allo sportello dell’ufficio postale Ramunni – nato a Castellana Grotte nel dicembre 1963 – si presenta come religioso della Città del Vaticano, un frate francescano per precisione, e tira fuori il documento d’identità di monsignor Laterza ovviamente all’oscuro di tutto.

Ramunni, però, aveva a sua disposizione anche altri documenti falsificati: tessere della protezione civile intestate a Francesco V. e a un romano Michele P.

Di Michele P. Ramunni possedeva anche gli estremi della patente, tanto che l’uomo – un cinquantenne romano, proprio il 30 ottobre ha sporto denuncia perché qualcuno aveva attivato col suo nome una carta di credito American Express.

Il complice, un finto carabiniere

Con lui un complice, Francesco A., un quarantenne romano, residente proprio nei paraggi, che a sua volta, munito di adesivi recanti il logo dei Nas, millanta di essere un militare dei Nuclei antisofisticazioni e sanità dell’Arma dei Carabinieri.

Sul passaporto (regolare) un timbro (irregolare ) con su scritto “immunità di stato godimento del titolare presidenza del Consiglio dei ministri”. Un timbro ritenuto falso considerato che è risultato difforme dall’originale e comunque riservato cariche dello Stato.

Un curriculum coi fiocchi

Per Ramunni che ha un curriculum giudiziario lungo 29 pagine è scattato l’arresto per fabbricazione di documenti falsi (anche validi per l’espatrio), false dichiarazioni a pubblico ufficiale per la sua identità, usurpazione di titolo e sostituzione di persona. L’amico finto carabiniere se l’è cavata, invece, con una denuncia a piede libero.

Nella sua lunga carriera Stefano Ramunni, ‘truffatore’ dichiarato, si è finto medico (con tanto di laurea in medicina falsa), sacerdote (in genere a spasso con un finto disabile per ingannare meglio le persone), dietologo e persino funzionario dei servizi segreti.

Una volta anche per morto, raggirando anche il suo difensore dell’epoca e più procure. Per scampare ad alcuni processi, infatti, ha prodotto un certificato di morte.

Il primo precedente nella Banca Dati Interforze risale al 1992, a oltre trent’anni fa. Da allora ha inanellato denunce, arresti e condanne per i vari raggiri commessi in tutta Italia.

L’arresto e la convalida

L’ultima scarcerazione dalla casa circondariale di Biella a febbraio di quest’anno, dove Ramunni ha scontato un cumulo di pene. Dopodiché è stato denunciato all’autorità giudiziaria altre cinque volte ricevendo anche la misura del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno firmato dal Questore di Arezzo.

L’indomani dell’arresto a Roma per Ramunni il processo per direttissima a piazzale Clodio. Si è concluso con la convalida dell’arresto e la disposizione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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Stefano Ramunni in un servizio di anni fa de Le Iene