Intervista alla consigliera comunale Mariacristina Masi (FdI) che segue lo stato di realizzazione delle opere anti-traffico lungo la via Cristoforo Colombo
Una complanare chiusa per un rischio smottamento preannunciato da anni. Un sottopasso con il completamento delle complanari progettati e finanziati da anni ma fermo in attesa di chissà cosa. Finanziamenti ingenti per la messa in sicurezza di due incroci estremamente pericolosi. Mentre migliaia di automobilisti ogni giorno restano prigionieri di code chilometriche lungo la via Cristoforo Colombo, l’amministrazione capitolina tace sullo stato dell’arte rispetto a progetti indispensabili e fermi da anni.
Abbiamo chiesto a Mariacristina Masi, consigliere FdI dell’assemblea comunale di Roma Capitale, collocata politicamente all’opposizione rispetto alla maggioranza di sinistra, a che punto sono i progetti rispetto a opere ormai indispensabili per la fluidificazione del traffico e per la messa in sicurezza rispetto alla via Cristoforo Colombo. Si tratta di un tema che la vede impegnata nella promozione di interventi mirati e urgenti.
Dal 24 settembre, giorno di chiusura della complanare di via Cristoforo Colombo, non si hanno notizie su tempi e modalità della sua riapertura. Intanto, migliaia di automobilisti che vivono nell’area di Torrino, Mezzocammino e Villaggio Azzurro sono costretti a un enorme giro con file interminabili per raggiungere il grande raccordo anulare. Cosa si sta facendo per bypassare quel tratto di complanare chiusa?
“Noi abbiamo subito richiesto una commissione in Campidoglio in merito. Sappiamo che è stato assegnato il progettista e dobbiamo aspettare per vedere l’entità dei lavori che dovranno essere effettuati. Nel frattempo abbiamo anche richiesto delle soluzioni nelle more dei lavori affinché i cittadini possano raggiungere la Colombo soprattutto da Villaggio Azzurro con più facilità. Per ora sappiamo che il Simu, Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana del Comune di Roma, ha inviato o sta inviando proprio in questi giorni un progetto e il Dipartimento della Mobilità e la Polizia Locale dovranno dare il loro parere. Abbiamo richiesto ovviamente che appena verrà espresso questo parere ci vengano girati gli atti in modo che si possa riuscire a renderci conto se effettivamente si riuscirà a risolvere questo problema per tanti cittadini che la mattina sono costretti a perdere decine e decine di minuti per raggiungere poi la via Cristoforo Colombo e il Raccordo Anulare”.
Il disagio dipende da un tratto giudicato pericolante della complanare. La situazione è nota da tempo, tant’è che la strada da mesi era ristretta a una corsia. Perché in tutto quel tempo da parte del Comune di Roma non si è provveduto a fare i lavori necessari?
“Questo non lo sappiamo. Ci sono stati evidentemente dei ritardi. Adesso ci siamo concentrati di più sul come fare a risolvere il problema dei disagi proprio per perseguire un’opposizione costruttiva. Dopodiché è evidente che interrogheremo anche per capire perché non si è intervenuti con anticipo. Adesso l’urgenza è quella di comprendere come alleviare il disagio dei residenti di quei quartieri”.
Il Campidoglio ha stanziato una media di un milione di euro per ciascuno degli incroci da mettere in sicurezza sulla Colombo. Si parte da via Canale della Lingua e da via Pindaro. Sono interventi ritenuti sufficienti?
“Sono interventi sicuramente utili, sufficienti per la Via Colombo, è evidente, probabilmente no, serviranno ovviamente altri interventi. Noi diciamo sempre che Il vecchio progetto anche del completamento delle complanari dovrebbe essere comunque ripreso e rivalutato, perché i quartieri continuano ad essere sempre più popolati. È evidente che le strade sono insufficienti poi, queste opere, le consideriamo un primo inizio e su questo ovviamente vigileremo affinché i lavori vengano effettivamente portati avanti”.
Continuano i disagi, e anche le tragedie, all’incrocio di via di Malafede con via Cristoforo Colombo: che fine ha fatto il progetto di interramento della strada già finanziato e appaltato?
“Lì c’è stato un problema legato al rischio idrogeologico (ad aprile scorso vennero annunciati i fondi necessari n.d.r.) quindi si è corso davvero il pericolo effettivamente di impantanare tutto il progetto. Da quello che ci risulta per evitare appunto di ricominciare da capo e quindi di fatto di non farlo, si sta cercando una soluzione: sembra che si sia trovato nei dintorni un terreno tra l’altro di proprietà comunale che possa in un certo senso, con alcune modifiche, forse risolvere il problema del rischio idrogeologico. Stiamo monitorando la situazione, per ora però ancora non ci sono delle informazioni diciamo ufficiali”.
Intervista video di Gabriella Tesoro.