Riapre le porte al pubblico, in via straordinaria e a ingresso gratuito, il Santuario Siriaco del Gianicolo, uno degli ultimi templi pagani costruiti a Roma e coperto tuttora da un velo di mistero.
Costruito nel IV secolo dopo Cristo il Santuario è venuto alla luce agli inizi del Novecento: le particolarità. E come prenotare la visita
Di epoca romana e scoperto nel 1906, per oltre cento anni è stato al centro di studi e indagini archeologiche.
Il santuario che si trova a Trastevere, alle falde di Villa Sciarra, risale al IV secolo dopo Cristo e venne eretto sui resti di edifici precedenti del I-II secolo d.C nel bosco e vicino alla fonte sacra alla ninfa Furrina, dove Caio Gracco si fece uccidere da un servo nel 121 avanti Cristo.
Le date
Il ciclo straordinario di visite, libere e gratuite, organizzate dalla Soprintendenza Speciale di Roma, si svolgeranno tra ottobre e novembre.
Le date da ricordare sono quattro domeniche: il 13, il 20 e il 27 ottobre e il 10 novembre. Si potrà entrare ad intervalli di trenta minuti dalle 9.30 alle 12.30.
Il Santuario
Scoperto contestualmente a iscrizioni legate al culto di divinità orientali, il Santuario è stato oggetto per oltre cento anni di indagini archeologiche e studi per capirne la funzione.
Il complesso, inizialmente considerato un luogo di culti siriaci, dopo gli ultimi studi e scavi avvenuti a partire dal 2000 è oggi interpretato come dedicato a Osiride.
A suffragare l’ipotesi una statuetta in bronzo, alta 50 centimetri, di una figura maschile avvolta nelle spire di un serpente, scoperta in un ambiente sotterraneo e identificabile, per caratteristiche e tipo di deposizione, con Osiride. La statuetta è orai esposta al Museo Nazionale Romano (arricchito proprio oggi, 9 ottobre, dal Torello di Veio, una statuetta etrusca tornata al museo dopo 100 anni).
Come prenotare la visita gratuita
La prenotazione è obbligatoria scrivendo a ss-abap-rm.santuariosiriaco@cultura.gov.it
Ingresso in via Dandolo, 47, Roma.
Una riapertura attesa, ora il restauro
“È una riapertura molto attesa – spiega Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma – che dopo cinque anni permetterà al pubblico di accedere a questa area archeologica, prima che diventi oggetto di importanti interventi Pnrr: verranno realizzati la messa in sicurezza e il restauro delle strutture e sarà possibile allestire uno spazio espositivo e un punto di accoglienza nella ex casa del custode”