Roma, chi sono gli Spada e i Casamonica arrestati per spaccio a Torre Angela

Tre della famiglia Spada e due donne dei Casamonica tra gli otto arrestati di Torre Angela. L’accusa, a vario titolo, è quella di far parte di un’organizzazione dedita allo spaccio di droga

Poliziotti durante una perquisizione
Immagine di repertorio

L’ordinanza che ha portato in carcere sei persone, tra le quali tre Spada e due Casamonica, e ai domiciliari altri due indagati, porta l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti in associazione. Con fatti risalenti a quattro anni fa, documentati dall’accusa per il periodo compreso tra gennaio e settembre 2020.

Tre della famiglia Spada e due donne dei Casamonica tra gli otto arrestati di Torre Angela. L’accusa, a vario titolo, è quella di far parte di un’organizzazione dedita allo spaccio di droga

E’ stringente l’atto d’accusa sottoscritto dal Gip Alessandro Arturi della Procura di Roma nei confronti degli otto soggetti arrestati questa mattina dalla Polizia di Stato nel blitz condotto a Torre Angela. “Lo scenario delinquenziale” costituito dagli accusati, scrive il Gip, è “incentrato su una intensa e continuativa attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana”. Gli investigatori hanno anche individuato le piazze di spaccio in tre diversi punti del quartiere di Torre Angela: nei pressi di un bar in via Artusi al parco pubblico “Alessandro Conti” e in una delle abitazioni dei sodali Spada e Casamonica.

A finire in carcere per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti sono stati in sei: Spada Entoni detto Cucciolo, 39 anni, Spada Elizio detto Muscolo, 25 anni, Spada Angelo detto Pesce, 24 anni, Rejeb Reda, 25 anni, Casamonica Stella, 44 anni, Casamonica Ivana, 73 ann. Per Masullo Gennaro, 24 anni, e Goffi Alessio, 23 anni, è stata applicata invece la misura degli arresti domiciliari.

Nell’ordinanza di custodia cautelari la Procura riferisce di diverse attività di spaccio condotte a vario titolo dagli arrestati nel periodo compreso tra gennaio 2020 e il mese di settembre di quello stesso anno. Le donne del gruppo sono accusate di aver svolto “il compito di presidiare costantemente l’immobile (abitato con i sodali) al fine di assicurare il regolare svolgimento al suo interno delle condotte poste in essere dagli altri sodali, nonché di tutelare le illecite attività ivi condotte in caso di eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine”.

Va ricordato che l’arresto costituisce un indizio di reato. Solo durante il processo si formeranno le prove e la eventuale condanna potrà considerarsi definitiva solo dopo il terzo grado di giudizio. A seconda delle posizioni, gli indagati rischiano non meno di 10 anni di reclusione.