Considerato “uno di famiglia” da Benito Mussolini e dai figli, Eraldo Monzeglio, due volte campione mondiale di calcio con gli azzurri di Vittorio Pozzo, è il protagonista del romanzo storico “Il terzino e il Duce” scritto da Alessandro Fulloni. L’autore, giornalista che la lavorato per decenni al “Giornale di Ostia” prima di approdare al Corriere della Sera, ne parlerà in un incontro che si svolgerà al Teatro del Lido, in via delle Sirene 22.
“Il terzino e il Duce” è il titolo del romanzo storico su Eraldo Monzeglio, giallorosso nella Roma dello scudetto e vincitore di due Mondiali di calcio. L’autore, Alessandro Fulloni, ne parla al Teatro del Lido
L’appuntamento con “Il terzino e il Duce” (Solferino) è per giovedì 10 ottobre alle ore 18.00 Con Alessandro Fulloni ci saranno l’ex senatore di An, Lodovico Pace e l’ex dirigente Cgil, Roberto D’Alessio. Coordina il dibattito, il direttore di canaledieci.it, Giulio Mancini. Per Fulloni è un “ritorno alle origini”: è al Lido, infatti, che ha iniziato la sua carriera giornalistica, scrivendo per decenni per “Il giornale di Ostia” prima e come corrispondente per la Cronaca di Roma del Corriere della Sera.
Sarà un’occasione utile per conoscere sotto una luce diversa, dimenticata dalla storia o semplicemente messa da parte perché parte di una scomoda realtà, il due volte campione mondiale di calcio Eraldo Monzeglio. E, in particolare, si racconterà della sua vicinanza con la famiglia del Duce, della sua adesione non solo al fascismo ma anche alla Repubblica di Salò e, sotto il profilo strettamente calcistico, della sua militanza con i giallorossi della Roma.
L’intreccio fra i campi di calcio e la Storia fa da filo conduttore della biografia di Monzeglio, calciatore del Casale, del Bologna e della Roma, punto di forza della Nazionale di Vittorio Pozzo, nei Mondiali vinti nel 1934 e nel 1938, allenatore del Como, della Pro Sesto, del Napoli, della Sampdoria e della Juventus. Fulloni, cronista di razza, punta non solo sull’uomo sportivo ma anche sulla frequentazione familiare e fedelissima con la famiglia Mussolini, da divo del calcio a istruttore di tennis a educatore dei due figli minori Bruno e Vittorio a “capomanipolo” nella Repubblica di Salò.
Fulloni, attingendo ai documenti scovati negli archivi e a specifiche testimonianze costruisce un’inchiesta accurata e appassionata, raccontata come un romanzo. E, l’autore, racconta con aneddoti e particolari inediti quanto la tifoseria di Roma gli sia stata affezionata ai tempi in cui militava un altro divino del calcio, Fulvio Bernardini, e di come al Campo Testaccio si parteggiasse per questo “fluidificante laterale” (come si direbbe oggi) nonostante il suo carattere piemontese, schivo e taciturno.
Non si lesinano, poi, quelle voci che attribuiscono a influenze dall’alto la vittoria da parte degli azzurri del primo Mondiale 1934, quello giocato in Italia.
Resta, nel libro di Fulloni, un mistero irrisolto: come Monzeglio sia uscito indenne dalla caduta del Fascismo e dal “regolamento di conti” che ha visto uccisi, anche in circostanze misteriose, molti reduci della dittatura. Il terzino, infatti, morì a Torino all’età di 75 anni. Cercando di occuparsi esclusivamente di calcio piuttosto che di parlare di quegli anni bui.