Sono sette i furti compiuti ai danni delle auto negli ultimi tre giorni nei parcheggi situati vicino al Lungomare Amerigo Vespucci. E, purtroppo, non è una novità dell’ultima ora perché, dopo il caso del camper sparito a poca distanza su uno spiazzo di Viale Mediterraneo il 20 luglio scorso, a fare le spese delle attività predatorie in aree scarsamente sorvegliate dalle forze dell’ordine sul Lido di Ponente è stata una turista tedesca.
I ristoratori della zona sono infuriati per il fatto che il furto sia avvenuto in una zona, tra l’altro, poco controllata dalle forze dell’ordine
La donna aveva lasciato la sua auto con una mountain bike montata sul portapacchi che è entrata subito nel mirino dei ladri ed è stata portata via insieme a un personal computer e a uno zaino contenente materiale da arrampicata che erano custoditi nel portabagagli della vettura.
Infuriati i ristoratori che gestiscono attività su un’area bersagliata dalle incursioni dei malviventi e lamentano pattugliamenti rari e tempi di reazione lunghi da parte delle forze dell’ordine
Resta ancora irrisolto poi il caso del camper rubato il 20 luglio scorso a D.R. un padre di origini venete che, insieme al figlio di quattro anni e mezzo e alla madre aveva fatto tappa a Ostia per spezzare il viaggio di rientro a Padova dopo una vacanza trascorsa in Calabria.
La famigliola ne aveva approfittato per fare un ultimo bagno ed era andata in spiaggia con ombrellone e costume per concedersi qualche ora di riposo e di svago prima di riprendere il cammino.
Dopo poco più di un’ora l’uomo era tornato all’automezzo per preparare l’acqua calda delle docce, ma era rimasto di sasso perché del camper non c’era più traccia. Sulle prime ha pensato di essersi disorientato e di aver cercato la casa viaggiante nel posteggio sbagliato, poi ha capito di essere stato derubato.
I tre rimasti in costume da bagno hanno fatto rientro a Padova con un treno
I tre, grazie a un senza dimora che ha regalato una sua maglietta al bambino e ai carabinieri intervenuti sul posto che hanno compiuto lo stesso gesto a beneficio del papà rimasto in costume, sono ripartiti il giorno dopo per fare rientro a casa con un treno.
La vicenda non si è ancora conclusa perché D.R. è tornato a chiedere aiuto via social, con particolare riferimento a tutti i camperisti, affinché lo aiutino a ritrovare il Fiat Ducato anno 2004 modello MC Louis 620 Glen semintegrale, targato CM117XH sparito più di cinque settimane fa
Un episodio reso ancora più toccante dal fatto che il mezzo, scrive l’uomo, era l’unico modo per vedere il bambino con un minimo di stabilità dopo la separazione dalla moglie anche perché il figlio abita insieme alla mamma in una località lontana. Tra i “segni particolari” del veicolo il titolare segnala un adesivo posizionato sul retro con scritto “Happy Campers” anche se, precisa, che i simboli distintivi potrebbero essere stati opportunamente rimossi.
L’appello, rivolto da D.R. a chiunque abbia informazioni, è avvisare le forze dell’ordine o inviare al suo numero di cellulare 3518061774 una foto per il riconoscimento certo del mezzo. Il proprietario promette una ricompensa a chi contribuirà al ritrovamento del mezzo.
I sospetti degli investigatori si indirizzano verso una banda specializzata nel furto dei camper
I sospetti degli inquirenti si stanno indirizzando verso una vera e propria organizzazione specializzata nei furti di camper. Altri due che erano spariti a giugno e luglio nello stesso posteggio dove è stato rubato il Ducato sono stati ritrovati, intatti a Roma, e restituiti ai legittimi proprietari.
C’è la speranza che anche il veicolo di D.R. prima o poi venga rintracciato, nonostante abbia vent’anni e una quotazione relativamente bassa.
L’ipotesi è che la banda che mette a segno questi furti rubi gli automezzi che hanno un valore ancora significativo e li nasconda all’interno di capannoni situati in zone isolate di Pomezia, Torvaianica e Aprilia per poi rivenderli all’estero. Quelli di valore più scarso verrebbero invece smontati per essere rivenduti a pezzi sul mercato nero o ceduti a chi può utilizzarli all’interno di campi nomadi o in aree frequentate da senza tetto.
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