A rischio di demolizione la casa dove Federico Fellini ha girato “I vitelloni” a Ostia? È il dubbio che si pongono i residenti di via Ugolino Conti dove da qualche giorno ha aperto un cantiere nel quale sono stati abbattuti già capannoni e manufatti nello spiazzo sul quale affaccia la palazzina d’epoca della stessa proprietà.
Ansia dei residenti per un cantiere che ha iniziato la demolizione delle pertinenze della casa usata nel film di Federico Fellini
I lavori, come avverte il cartello posto all’ingresso del cantiere, sono iniziati il 26 settembre con la Scia regolarmente inviata all’Ufficio Tecnico e con l’autorizzazione paesaggistica. Le note amministrative esposte annunciano la “demolizione e ricostruzione di edificio esistente in via Ugolino Conti nr 29, 31, 33”. La società proprietaria, una S.r.l. omonima della strada, mostra anche il permesso paesistico della Regione Lazio e il nulla osta della Soprintendenza archeologica.
I residenti sono sul piede di guerra: temono che insieme alle superfetazioni già demolite (un autolavaggio e un laboratorio di fabbro), sia abbattuto anche lo storico edificio costruito nel 1922.
A quel fabbricato è legato un pezzo importante della storia del cinema italiano. Come ricorda il volume “Ostia set naturale “, Federico Fellini a cavallo tra il 1952 e il 1953, vi girò diverse scene del film “I vitelloni “. Vi ambiento’ la casa della famiglia di Sandra (l’attrice Leonora Ruffo) finita in sposa all’eterno vitellone Fausto (Franco Fabrizi doppiato da Nino Manfredi).
Sulla stessa via Ugolino Conti sempre negli anni Venti fu costruito il Palazzo del ghiaccio e della Birra Peroni di Ostia che, però, ha seguito un destino di riqualificazione e rilancio. Per opera di Ruggero Picchi, infatti, questo immobile è stato restaurato e conserva colori e linee dell’epoca.
Sulla vicenda il capogruppo di Fratelli d’Italia del X Municipio, Giuseppe Conforzi, ha annunciato una interrogazione urgente finalizzata alla conoscenza dei fatti e, eventualmente, alla tutela dell’immobile dalla demolizione.
