Mailbombing per Giacono Baggio Zilio. L'attivista: "Qui c'è un Governo che non ascolta"
Il prossimo 14 ottobre, sarà il Tribunale di Roma a stabilire se applicare la sorveglianza speciale nei confronti di Giacomo Baggio Zilio, uno degli attivisti del movimento ambientalista di Ultima Generazione, noto per le sue “Azioni di disobbedienza, per esigere dal governo interventi contro il collasso ecoclimatico”.
In queste ore, per ritirare l’applicazione della misura di prevenzione chiesta nei confronti del legale veneto, è stata attivato da Ultima Generazione un mailbombing, e cioè un invio massivo dei messaggi rivolti alla Questura di Roma. Mentre nella mattina del 14 ottobre un presidio è stato organizzato proprio a piazzale Clodio, fuori dal Tribunale.
“Il mailbombing servirà a far capire a chi ha chiesto l’applicazione della misura di sorveglianza speciale per Giacomo, che lui non è solo, e che i motivi che l’hanno portato a protestare pacificamente sono condivisi da tantissime persone” – dichiarano gli attivisti, che in queste ore stanno invitando i sostenitori ad unirsi a questa ennesima battaglia del movimento.
Sul caso di specie una nota inviata sui canali ufficiali ha definito la misura di prevenzione chiesta nei confronti di Giacomo Baggio Zilio, un atto di accanimento poliziesco:
“Una misura che fa il paio con la recente approvazione alla Camera del ddl 1660 – sottolineano – ma che non farà cessare le proteste. Qual è la colpa di Giacomo? Aver preso parte alle proteste non violente di Ultima Generazione? Lo scorso 13 maggio – proseguono -, dopo aver partecipato ad un’azione non violenta, Giacomo subì un tentativo di soffocamento da un agente di polizia. Un atto grave a cui seguirono le cure presso il Pronto Soccorso, con una prognosi che inizialmente era di quindici giorni, ma che dopo aver parlato con la polizia, il medico ridusse ad un giorno. Un episodio inquietante”.
Intanto, la vicenda che ha portato fino alla prossima decisione del Tribunale nei confronti di Giacomo Baggio Zilio, non è certo l’unica che riguarda il movimento, con una serie di tappe processuali ancora tutte da percorrere e dibattere nelle aule di tribunale.
Sono gli stessi ambientalisti a ricordarle in un calendario dove ne hanno anticipato già due che si svolgeranno proprio domani, giovedì 26 settembre, quando ci sarà la prima udienza di comparizione per l’azione non violenza del mese di dicembre 2023, e quella per il blocco di Fiumicino presso il tribunale di Civitavecchia.
Venerdì 27 settembre, si svolgerà invece l’udienza a seguito della richiesta di archiviazione, per l’azione tra le più eclatanti svolte dagli attivisti, e cioè il blitz agli Uffizi del marzo 2024. Mentre c’è ancora qualche giorno per l’udienza del 1 ottobre che riguarda l’azione disobbediente alla Barcaccia.
Prima della 14 ottobre infine, data in cui si deciderà se dare seguito alla richiesta della Questura di Roma di applicare la sorveglianza speciale nei confronti di Giacomo Baggio Zilio, il giorno 3 ottobre ci sarà l’udienza, predibattimentale per il blocco stradale sulla statale 7, uno dei tanti e più frequenti strumenti messi in campo dagli attivisti, e anche una delle cause principali del “dissenso” nei loro confronti, di una certa fetta di cittadini.
“Qui sta crollando tutto – sottolinea Giacono Baggio Zilio -, e non lo diciamo noi, bensì la comunità scientifica, senza che il governo faccia niente. Uno stato comincia ad aumentare la repressione quando si sente insicuro. Se la popolazione non può più criticare, allora questa non è una situazione democratica. Qui c’è un governo che non ascolta e questo non riguarda solo noi, riguarda i lavoratori che scioperano e bloccano le strade, riguarda gli studenti” .