Roma, evviva gli sposi e poi Faccetta Nera al matrimonio fascista. C’è chi lo difende

Il matrimonio fascista contestato dal sindaco: "Fatto grave"

Il matrimonio fascista a Castel Gandolfo
Il matrimonio fascista

Evviva gli sposi e poi all’uscita dalla chiesa Faccetta Nera cantata in coro. Si sta trasformando in un caso politico il matrimonio fascista celebrato venerdì 13 settembre  a Castel Gandolfo davanti al Palazzo del Papa.

Il matrimonio fascista contestato dal sindaco: “Fatto grave”

Non appena gli sposi (lui patron di una delle migliori fraschette dei Castelli e nostalgico di Mussolini dichiarato) hanno varcato la soglia della chiesa nella parrocchia pontificia San Tommaso da Villanova sono partiti i fumogeni e il coro fascista. Con la coppia accolta dal saluto “Eia eia eia, alala” al suono di “Faccetta nera”.

A far partire i canti fascisti alcuni invitati ultras pronti a sventolare lo striscione del gruppo di curva Sud “Nel nome di Roma”.

La scena immortalata da un video (pubblicato sui social da uno degli invitati e poi rimosso) ha suscitato la reazione del sindaco di Castel Gandolfo Alberto De Angelis.

L’Italia è antifascista, Castel Gandolfo è antifascista, come ci ricordano anche la nostra Costituzione e la nostra storia“, ha attaccato il sindaco ventilando di voler affidare all’autorità giudiziaria la valutazione del caso.

Già questa semplice, quanto chiara, affermazione dovrebbe bastare da sola a stigmatizzare quanto avvenuto nel centro storico di Castel Gandolfo.

L’uscita di una coppia di sposi dalla Parrocchia Pontificia San Tommaso da Villanova, dove era stato appena celebrato il rito religioso, è stata accolta con cori che inneggiavano al fascismo.

Castel Gandolfo è da sempre legata a valori di pace, fratellanza, accoglienza e democrazia, come racconta la sua storia legata a quella dei Papi. E la nostra piazza della Libertà ne è il simbolo per eccellenza. Qui tantissimi pellegrini sono venuti ad ascoltare le parole del Papa e oggi questa stessa piazza è il cuore pulsante della nostra vita culturale e di comunità e il suo nome non può essere infangato con episodi simili.

Inqualificabili atti nostalgici

“Fa male leggere che il nome della nostra Città sia associato al fascismo e a inqualificabili atti nostalgici”, ha aggiunto il sindaco.

I fatti avvenuti, testimoniati da video che sono stati ripresi anche da testate giornalistiche nazionali, sono gravi sotto diversi punti di vista, primo fra tutti i cori fascisti in una piazza che porta nel suo nome il simbolo della Libertà contro ogni autoritarismo e forma di violenza”.

Festeggiamenti “creativi”

Sul matrimonio fascista è intervenuto anche il portavoce del circolo territoriale di Fratelli d’Italia di Castel Gandolfo Centro, Daniele Biafora, che se la prende col sindaco: “Bene la condanna del Sindaco e dell’amministrazione per un gesto che risulta offensivo del luogo e per la comunità castellana”.

Per poi aggiungere:  “Rammarico invece per il fatto che col post il sindaco abbia sprecato una buona occasione per difendere Castel Gandolfo e i sui cittadini da atteggiamenti sempre più spesso disprezzanti dei nostri valori e per la nostra comunità e che quasi sempre vengono taciuti. Ho visto il video e riconosco di essere rimasto personalmente molto stupito.

Non tanto per l’evento (mi è capitato spesso di assistere a festeggiamenti “creativi”) ma sul come sia stato possibile che fossero accesi fumogeni (nel video si vede anche un camion dei vigili del fuoco) nella stessa piazza che ospita la fontana del Bernini, il Palazzo del Comune e quello Pontificio”.