L'omicidio in via Giolitti, c'è un secondo fermo. La vittima presa a calci e pugni mentre veniva accoltellata
Sei coltellate perlopiù alla schiena e calci e pugni. E’ stato aggredito su due fronti il 28enne ucciso lunedì notte in via Giolitti. Un aguzzino lo tratteneva e lo prendeva a botte, l’altro sferrava fendenti con un coltellaccio. I fermi per omicidio ora salgono a due.
Ieri per l’omicidio di Jarol Bernaola, il 28enne peruviano assassinato nella notte di lunedì 9 settembre a un passo da Termini, era stato arrestato l’accoltellatore, un connazionale di 36 anni, Sergio Andres Siguas Nunez.
Nella serata di ieri la seconda svolta delle indagini: è finito in manette per concorso in municipio un secondo peruviano, 30 anni, che aveva trattenuto la vittima durante l’aggressione a colpi di coltello e lo aveva a sua volta colpito a calci e pugni.
Dietro all’omicidio una lite tra Jarol Bernarola e l’ex compagna con la quale ha avuto un bambino. L’incontro tra i due, in via Giolitti, degenera presto in lite. E allora a difesa della donna sono entrati in scena Nunez e il trentenne, attuale fidanzato della giovane.
Mentre il primo peruviano è stato arrestato a poche ore dal delitto, il secondo si è presentato negli uffici del commissariato Viminale ieri sera per fornire la sua ricostruzione dei fatti.
Il pm di turno lo ha subito ascoltato e dopo aver rivisionato le immagini delle telecamere di sicurezza ne ha disposto il fermo contestando il reato di concorso in omicidio volontario.
Dopo l’omicidio del connazionale i due peruviani erano corsi in uno dei tunnel della stazione Termini per cambiarsi gli abiti.
Un accorgimento però che non li ha sollevati dalle loro responsabilità. Il sistema di videosorveglianza di un bar infatti ha registrato la scena dell’omicidio. Gli investigatori hanno avuto quindi da subito una pista precisa da seguire.
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