Rigi e il sogno diventato realtà della medaglia d’oro: “Ho provato a damme du pizze in faccia ma non funziona uguale”

Simpatia ed empatia con il pubblico caratterizzano Rigi, il campione azzurro che arriva da  Dragona

Rigi e il sogno diventato realtà della medaglia d’oro: “Ho provato a damme du pizze in faccia ma non funziona uguale”
Foto: Facebook Rigivan

Rigivan Ganeshamoorthy, ormai Rigi per tutti, torna a parlare. E lo fa, dopo quella medaglia che ha regalato oro e spettacolo all’Italia durante le Paralimpiadi, con la simpatia che lo contraddistingue e che è esplosa davanti agli occhi di tutti.

Simpatia ed empatia con il pubblico caratterizzano Rigi, il campione azzurro che arriva da  Dragona

Nel leggere le parole che ha affidato ai suoi social Rigivan Ganeshamoorthy, il lanciatore azzurro che ha conquistato l’oro e il record mondiale nel lancio del disco con una prestazione da incorniciare, sembra di ascoltarlo mentre ti si materializza davanti.

Il giorno stesso della vittoria era stato preso quasi alla sprovvista, a botta calda. Aveva ringraziato tutti e aveva dedicato la medaglia anche a Dragona, dove abita, e al X Municipio.

“Mi sono preso qualche giorno per cercare di realizzare cosa è successo, ma ancora faccio fatica a capire che non è un sogno – scrive- Ho provato a damme du pizze in faccia eh, ma non funziona uguale. Scherzi a parte…Vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici e tutti gli assistenti, tecnici, preparatori che mi sono stati accanto e che hanno contribuito a questa vittoria: siete stati fondamentali. Vorrei ringraziare la mia societá la Anthropos per aver creduto in me e nelle mie potenzialità.

Poi vorrei ringraziare tutte le persone che hanno speso un po’ del loro tempo per mandarmi un messaggio o complimentarsi. Purtroppo non riesco a rispondere a tutti, ma sento il calore e per me vale moltissimo, grazie”.

Tanti ringraziamenti, quindi, ma anche una precisazione. Anzi, un’occasione che Rigi sfrutta a pieno per infondere un messaggio di speranza in chi pensa di non potercela fare.

“Vorrei cogliere l’occasione per dire una cosa. In questi giorni molte persone mi hanno dato del ‘supereroe’. Ecco, io non mi sento affatto un supereroe. Sono solo un ragazzo di 25 anni che ha preso in mano la sua “nuova vita” e ha deciso di cogliere tutte le opportunità. Tra queste lo sport, piuttosto che chiudersi in casa per non avere addosso lo sguardo di compassione delle altre persone. Ovviamente tutto questo non è stato immediato, ma ha richiesto tempo e le persone giuste al mio fianco. Più che un supereroe, quindi, penso di essere una persona forte e fortunata perché ho avuto accanto delle persone che mi hanno aiutato moltissimo, supportato e fatto forza.  Senza di loro non ce l’avrei mai fatta!

Questa medaglia – conclude – la dedico a tutta l’Italia e a tutti gli italiani. La dedico a tutte le persone disabili che si sono fatte forza e hanno ripreso in mano la loro vita, ma soprattutto a tutti coloro che sono chiusi in casa e si sentono ‘limitati’ dalle loro condizioni. Se c’è una cosa che mi ha insegnato la disabilità è che dietro a ogni limite si nasconde l’opportunità di trovare una soluzione e che i limiti esistono per essere superati. Grazie ancora a tutti. Ve voglio bene”.

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