Via Cristoforo Colombo, ci sono voluti 170 incidenti e quasi 200 feriti per avere un semaforo adeguato

Dieci anni di attesa e centinaia di migliaia di euro in termini di costi per le cure e i danni ai feriti per avere un semaforo adeguato alla pericolosità dell'incrocio

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Foto di repertorio

Dieci anni di attesa con 170 incidenti stradali per un totale di 196 feriti, prima di avere l’impegno formale da parte dell’amministrazione capitolina di collocare un semaforo adeguato all’incrocio tra via Cristoforo Colombo e via Canale della Lingua.

Dieci anni di attesa e centinaia di migliaia di euro in termini di costi per le cure e i danni ai feriti per avere un semaforo adeguato alla pericolosità dell’incrocio

Un “black point” delle intersezioni con il maggior numero di vittime di sinistri tutti collegati a modalità di smistamento dei veicoli piene di lacune, tanto che nel 96% delle collisioni le persone coinvolte sono state ricoverate in ospedale con prognosi di diversa gravità.

Si tratta di un vero e proprio uno scandalo dovuto alla scarsa attenzione delle istituzioni coinvolte nella gestione della sicurezza delle strade romane anche perché l’incrocio in questione che ha comportato, tra l’altro, un costo sociale medio annuo di 800mila euro è solo uno dei cosiddetti “black point”. Vale a dire quelle intersezioni ad alto tasso di pericolosità che espongono conducenti di tutti i tipi di veicoli ad assumersi, nell’attraversamento, rischi indipendenti dalla loro effettiva condotta alla guida.

Così come già fatto per via Nomentana, via Zara, via Lazzaro Spallanzani e via Cardinal Pacca la Giunta di Roma Capitale ha infatti approvato il progetto definitivo di messa in sicurezza dell’incrocio “a massimo rischio” (così lo definiscono negli atti ufficiali!) tra la Colombo e via Canale della Lingua.

I lavori, finanziati con circa un milione di euro, prevedono, tra l’altro, “l’adeguamento segnaletico, la razionalizzazione delle manovre di svolta e l’installazione di un semaforo tra via Cristoforo Colombo e via Giulio Bertoni” che è la traversa perpendicolare che sul versante del quartiere dell’Infernetto confluisce con la direttrice tra la rotonda di Ostia e l’Eur, subito dopo l’intersezione con via Canale della Lingua in direzione di Roma.

Ci sarebbe da cantar vittoria ma bisognerebbe andare prima a spiegare a chi su quell’incrocio ci ha quanto meno rimesso la salute, come sia stato possibile attendere tutto questo tempo prima che fosse avviato “un altro importante intervento per la sicurezza sulle nostre strade”. “Intervento -ha dichiarato l’Assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè– che si inserisce nel solco del programma ‘Vision Zero’ e l’obiettivo di ridurre entro 3 anni del 20% ed entro 10 anni del 50% i decessi ed i feriti gravi nella capitale”.

Ma non è proprio il caso di dire meglio tardi che mai.

Uno degli incidenti più gravi si verificò all’inizio di quest’anno quando all’incrocio maledetto un centauro si schiantò contro un’utilitaria sfondandone il parabrezza. Nel tremendo impatto la moto prese immediatamente fuoco e il ferito venne soccorso dai sanitari del 118 (leggi qui).

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