Villa Stuart, scatta la diffida del PAE contro i sistemi anti cinghiali illegali

PAE: "Quella gabbia trappola anti cinghiali non è a norma né segnalata. Rappresenta un pericolo per l’incolumità pubblica"

Nella foto la trappola anti cinghiali - canaledieci.it

All’interno della proprietà che circonda la Casa di Cura Villa Stuart situata a ridosso di Monte Mario, una gabbia trappola è improvvisamente apparsa in queste ore, in un’area non delimitata all’accesso di chiunque decida di arrivarci a piedi. Un sistema anti cinghiali normalmente utilizzato, ma che in tal caso senza marchiatura, ha fatto scattare la diffida del PAE per la presunta illegalità dell’attrezzatura.

PAE: “Quella gabbia trappola anti cinghiali non è a norma né segnalata. Rappresenta un pericolo per l’incolumità pubblica”

Il PAE insorge contro i sistemi anti cinghiale rilevati nella giornata di ieri dagli attivisti, che durante un sopralluogo hanno notato una gabbia trappola collocata a ridosso delle rete di recinzione.

Avvicinatisi al dispositivo però, la brutta sorpresa è stata quella di non rilevare alcun marchio né dicitura applicata sul contenitore aperto e anonimo, che potesse confermarne la regolarità.

Da parte dei volontari è scattata subito la chiamata delle Forze dell’Ordine. I rilievo sul posto confermano:

“Mancavano tutti i requisiti necessari, dalla marcatura CE ai dati di descrizione del dispositivo alla tabella da cui si evince qual’è l’Ente Pubblico che ha approvato e disposto la sua collocazione” – riferisce PAE.

La Casa di Cura che si trova a ridosso del vasto parco di Monte Mario ha una rete che circonda la proprietà ma proprio in quel tratto è assolutamente accessibile a chiunque voglia camminarvi all’interno con diritto di farlo:

“In quella gabbia potrebbe finire anche un cane o un animale protetto, è importante capire se ci troviamo difronte ad attrezzature illegali, non omologate prive di marcatura CE e dati identificativi in violazione delle Direttive comunitarie e del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, con pregiudizio per l’incolumità pubblica e per la stessa tutela del benessere animale”.

Alle domande rivolte dalla Polizia di Stato alla direzione della struttura, sarebbe stata indicata Roma Natura come Ente competente a conoscenza della collocazione del dispositivo:

“E’ una cosa della quale ci stiamo sincerando – proseguono – Per questo abbiamo inviato in queste ore una diffida sia a Eurosanità S.p.A. – Casa di Cura Villa Stuart che al Commissario Ente RomaNatura; mettendo per conoscenza il Presidente della Regione Lazio, la Prefettura, la Guardia di Finanza, L’INAIL e i Carabinieri della Guardia Forestale. A seconda di cosa ci risponderanno procederemo a far avviare ulteriori accertamenti”.

Intanto vista l’incongrua custodia della gabbia, peraltro facilmente accessibile al pubblico, in assenza di segnaletica di divieto dal parcheggio; e in assenza della cartellonista obbligatoria sulla trappola con i dati dell’ente pubblico responsabile del procedimento, è stata chiesta la sospensione immediata del suo utilizzo per la cattura dei cinghiali.

Dietro alla trappola anti cinghiali di Villa Stuart un sospetto sistema per l’approvvigionamento di carne

La diffida segue anche la precedente denuncia-querela formalizzata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti dei dirigenti responsabili e del personale incaricato all’installazione, attivazione e controllo della gabbia trappola non a norma, con la richiesta di sequestro preventivo visti i possibili rischi per l’incolumità pubblica:

Non nascondiamo che la mancanza dei requisiti che indicano la regolarità dei dispositivo, ha acceso il sospetto che lo stessi possa essere stato collocato da ignoti, con accordi a monte per spartirsi un “bottino” di carne di cinghiale” – conclude Stefano Fucelli del PAI.