Sono passate solo alcune ore tra la delusione di essere stato derubato e la sensazione che, nonostante tutto, esistano tantissime persone oneste come l’operatore Ama autore di un gesto di autentica onestà. Pietro, 16 anni è stato vittima del furto di un cappellino in cui aveva riposto i pantaloncini, il cellulare e un portafoglio con pochi euro all’interno ma con il suo documento più prezioso: la carta d’identità che il giorno dopo gli è stata sorprendentemente restituita.
Un gesto che per i protagonisti di questa storia a lieto fine meriterebbe un encomio per l’operatore Ama autore del ritrovamento
E’ successo tutto ieri sera intorno alle 21.00 sulla spiaggia libera verde situata a ridosso del Lungomare Paolo Toscanelli di Ostia, quando il ragazzo si è accorto subito della sparizione dei suoi effetti personali e con gli amici è riuscito a ritrovare nei pressi dei cassonetti posizionati a ridosso dell’arenile il cappellino, i pantaloncini e le chiavi di casa mentre il resto si era volatilizzato con chi aveva commesso un gesto odioso, oltreché rilevante dal punto di vista penale.
Oggi a mezzogiorno, mentre papà Roberto accompagnava suo figlio a presentare denuncia ma soprattutto a rifare la sim per il cellulare e avviare le pratiche per il rilascio di un nuovo documento personale, è arrivato il sollievo di una piacevole sorpresa. Di fronte a casa c’era un operatore Ama che, avendo letto sul documento l’indirizzo di residenza di Pietro, fuori dell’orario di lavoro si era presentato per restituirgli anche il portafoglio.
Un gesto generoso e altrettanto raro verrebbe da dire, ma che il padre di Pietro ha voluto rendere pubblico nella speranza che l’azienda municipalizzata dei rifiuti venga a conoscenza di questa storia e voglia fare un encomio al dipendente autore del prezioso ritrovamento.
Il portafoglio del giovane, infatti, era stato gettato subito via dai malviventi ed è nella sabbia della spiaggia verde che è stato ritrovato questa mattina durante le operazioni di vagliatura e pulizia che Ama svolge nei tratti di arenile urbani di proprietà del comune.
“Vincenzo, che lavora con le squadre addette al decoro di arenili aperti al pubblico è stato mosso da puro senso civico ed altruistico -sottolinea Roberto Trapani- ed è necessario uscire dai luoghi comuni che vedono, spesso, condannate intere categorie e questo per raccontare che qualcosa di positivo ancora accade. Per dire che di quella parte buona di lavoratori è bene parlarne. Per dire che è da altri che bisogna prendere le distanze ed è bene farlo. Per dire che se Roma è sporca, forse con più persone come colui che ha compiuto questo gesto le cose andrebbero meglio. Per dire –conclude Roberto– che una luce per un futuro migliore esiste”.