La ressa di auto, moto e suv nella zona di uno dei ponticelli ammalorati sta creando preoccupazione nei residenti di zona
Lo spettacolo delle auto ammassate in sosta vietata lungo la via Litoranea all’altezza di Capocotta non desterebbe sorprese, se non fosse per il fatto che il ponticello che sostiene una buona parte del peso è tra quelli che necessitano di manutenzione e devono essere consolidati perché sono a rischio crollo. E i residenti del vicino quartiere di Campo Ascolano si chiedono se tutto quel carico non possa far altro che peggiorare la situazione.
La questione non è di poco conto e ha spinto lungo il crinale della protesta diverse persone. C’è infatti chi teme, anche se si tratta di una tesi priva al momento di riscontri statici effettuati da esperti, che il viadotto situato non lontano da Torvaianica possa collassare e che, oltre ai rischi per l’incolumità delle persone, l’unica strada di collegamento con il litorale romano resti interrotta.
L’indice è, peraltro, puntato contro le modifiche imposte alla viabilità da una delibera della Città Metropolitana di Roma che, a far data dall’8 maggio scorso, impedisce a chi, da Anzio si dirige verso Ostia, di utilizzare la via Litoranea per attraversare Torvajanica.
Tutto è nato con l’entrata in vigore dell’ordinanza n. 31/2024 della Città Metropolitana di Roma (ex provincia) sotto la cui competenza ricade, appunto, la Sp n. 601. Il provvedimento ha disposto l’istituzione del senso unico in direzione di Anzio dall’incrocio con via Arno a Pratica di Mare al km 10.910, fino al km 11.240 per “problemi strutturali sui ponti” ammalorati.
L’ordinanza vieta, tra l’altro, il transito ai mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate già prevista dalla precedente ordinanza n. 27 del 16 aprile scorso che, proprio per il rischio di crollo dei ponticelli situati nel tratto della Litoranea compreso tra il dazio e il villaggio Tognazzi ha comportato la sospensione del servizio di collegamento tra Ostia e Pomezia assicurato dalla linea Atac 07, poi sostituito e integrato con una linea a parte servita da mezzi leggeri.
I conducenti dei mezzi privati che, provenendo dalla parte opposta, arrivano all’altezza del lungomare delle Sirene 552 si trovano di fronte i jersey in cemento armato a sbarrare la strada e vengono deviati su un tortuoso percorso interno parallelo alla Litoranea che ha sconvolto non solo la circolazione stradale, ma anche le abitudini di vita di un intero quartiere.
Migliaia di veicoli indirizzati su un percorso alternativo che si snoda lungo via del Lago Maggiore e viale Po sino all’incrocio con via Arno, all’altezza del Villaggio Tognazzi da dove, poi, si può riprendere la Strada Provinciale 601 (leggi qui).
E per giunta con una raccomandazione rivolta agli automobilisti che, in burocratese, sono invitati a guidare con “doverosa cautela” e “straordinaria diligenza e prudenza su una strada dissestata e insidiosa con alterazioni, anomalie e pericoli per la sicurezza stradale”.
Il tutto accompagnato dalla sordida inerzia in cui l’amministrazione competente è precipitata e che impedisce il concreto inizio dei lavori, unica garanzia per la messa in sicurezza di tutto l’infrastruttura ammalorata.
A domandarsi quale sia la logica che aleggia dietro tutto ciò sono in diversi anche perché la creazione di uno spartitraffico all’altezza di uno dei ponticelli ne mette a rischio la stabilità. Altri lamentano la mancanza di controlli anche se i vigili urbani del comune di Pomezia hanno, recentemente, multato per divieto di sosta le auto posizionate lungo quel punto della Litoranea.
Disagi e timori su cui si concentra anche l’attenzione di chi, essendo proprietario di un’abitazione in zona si lamenta del potenziale deprezzamento del valore dell’immobile a causa di una situazione che continua a suscitare creare proteste continue da parte di chi risiede in zona.
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