In queste ore l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato a livello globale lo stato d’emergenza sanitaria per la sempre più veloce diffusione del vaiolo delle scimmie e oltre 1300 casi registrati in una sola settimana, facendo toccare, solo nel continente africano, quasi 19mila contagi. E in Europa c’è già stato il primo paziente contagiato fuori dall’Africa.
Grande paura per la diffusione del vaiolo delle scimmie, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che detta le linee guida per proteggersi, curarsi e riconoscere i sintomi di contagio
E dall’Africa, adesso, l’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità – ha dichiarato che presto potrebbero essere confermati in Europa altri casi di mpox Clade 1, il cosiddetto MonkeyPox, il vaiolo delle scimmie, dopo che la Svezia, tramite fonti governative, ha annunciato la presenza del primo paziente che ha contratto la malattia, fuori dal continente africano.
Esprimendosi con una nota ufficiale al riguardo, l’ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espresso in questo modo: “La conferma dell’mpox Clade 1 in Svezia è un chiaro riflesso dell’interconnessione del nostro mondo… è probabile che nei prossimi giorni e settimane si verifichino altri casi importati di Clade 1 nella regione europea”.
Come sempre in questi casi, come già accaduto per violente e inattese pandemie, mancano vaccini a sufficienza contro il vaiolo delle scimmie, tanto che la casa farmaceutica danese , che da tempo produce un vaccino ad hoc tra i più efficaci, ha subito annunciato di aver presentato domanda d’urgenza per poter estendere subito in tutta Europa l’uso del suo siero tra gli adolescenti nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 17 anni.
Questo perchè la casa farmaceutica danese ha confermato la sua grande efficacia contro questo tipo di vaiolo, non solo per gli adulti, ma anche se somministrato a ragazzini e adolescenti ambosessi.
Questa violente recrudescenza del vaiolo delle scimmie in piena estate è dovuta all’espansione del nuovo ceppo del virus, il Clade 1b, che si trasmette in modo più rapido e pericoloso rispetto a quelli precedenti.
La facilità con la quale questo nuovo ceppo del vaiolo delle scimmie si diffonde nella popolazione è dovuta alla forte promiscuità dei rapporti sessuali in Africa, ma colpisce in modo implacabile anche i bambini, e questa pericolosa novità ha subito messo in allarme l’autorità sanitaria mondiale dell’Oms.
Lo scorso 16 agosto, proprio l’azienda farmaceutica della Bavarian Nordic ha dichiarato di essere pronta a produrre fino a 10 milioni di dosi di vaccino entro il 2025 e ha dichiarato di avere, ad oggi, già pronte nei suoi lavoboratori, circa 500mila dosi del vaccino anti vaiolo delle scimmie.
E dopo la Svezia, il 17 agosto anche il Pakistan ha confermato la presenza del suo “paziente zero”, il primo contagiato dal vaiolo delle scimmie, mentre per ora il Ministerro della Salute italiano dichiara che nel Belpaese la situazione è sotto controllo e non ci sono casi accertati: “I nostri uffici – spiega il Ministero in una nota – sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise, attivandosi inoltre con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualita’ di variazione dello scenario attuale; contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale. La scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera”.
Focus sul vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie, altrimenti detto “Mpox umano” venne isolato e scoperto nell’allora Repubblica Democratica del congo nel 1970 in un bambino di 9 anni in una regione dove si credeva che già dal 1968 il vaiolo fosse stato eliminato.
Da allora, la maggioranza dei casi è stata registrata sempre in zone rurali dell’Africa o della Foresta Pluviale e nell’area del Congo, soprattutto in quello della Repubblica Democratica, estendendosi poi nel corso dei decenni a tutta l’Africa centrale.
Dal 1970 ad oggi, infatti, sono 11 i paesi africani dove è stato certificato almeno un caso di vaiolo delle scimmie: Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan.
I sintomi di Mpox comprendono spesso febbre, sonnolenza, mal di testa, dolori muscolari, arrossamenti, eruzioni o lesioni cutanee (rottura della pelle) e ingrossamento drastico e doloroso dei linfonodi, il tutto entro 3 giorni dalla comparsa della febbre alta.
Nei casi più gravi i sintomi durano da 2 a 4 settimane e terminano da soli senza alcun trattamento: possono interessare anche gravi lesioni ai genitali, alla schiena, al pube, all’ano, a gambe e braccia, oltre che sulla bocca e agli occhi.
Il virus si può diffondere attraverso goccioline respiratorio o saliva, a un contatto prolungato come nei rapporti sessuali o dovuto a operatori sanitari che per via del loro lavoro sono obbligati a stare a stretto contatto con i malati, e basta anche solo il contatto con un indumento infetto e la diffusione del virus è estremamente rapida.
Sicuramente l’allarta già da qualche giorno era alta, per cercare di prevenire e scongiurare una pandemia che sarebbe estremamente pericolosa e potrebbe diffondersi facilmente a livello globale.