Quando all’Idroscalo di Ostia si concluse la Trasvolata Atlantica: mostra e cimeli sull’impresa di Italo Balbo

Una mostra con oltre 200 immagini d’epoca, filmati, presentazioni di libri e rievocazioni storiche sull'evento che rese celebre l'Idroscalo sul Lido di Roma

Sabato 12 agosto 1933 l’orizzonte marino di Ostia si coprì improvvisamente di decine di velivoli. Erano i 24 idrovolanti Siai Marchetti S.55X al comando dei quali si trovava il triumviro Italo Balbo che planavano verso l’Idroscalo dopo una trasvolata atlantica di 20mila chilometri.

Una mostra con oltre 200 immagini d’epoca, filmati, presentazioni di libri e rievocazioni storiche sull’evento che rese celebre l’Idroscalo sul Lido di Roma

La Regia Aeronautica portava così a conclusione un’impresa leggendaria per un’epoca nella quale l’alluminio dei jet di linea era sostituito da assi di legno, tela, chiodi e colla e i rifornimenti si facevano in volo alimentando i serbatoi dei motori con taniche di benzina ogni volta che si svuotavano.

Al 91mo anniversario della seconda e ultima crociera aerea transatlantica di massa è dedicato il “II Memorial Aeronautico dell’ex idroscalo di Ostia Lido” ospitato nei locali del ristorante Villa di Tiberio, al civico 344 di via dell’Idroscalo.

Una mostra arricchita da oltre 200 immagini dell’epoca, modelli in scala degli aeroplani che presero parte allo storico evento, oltre a cimeli, giornali e filmati d’epoca. Il tutto per una giornata a ingresso gratuito che aprirà i battenti alle 10.00 del mattino del 12 agosto e che proseguirà sino a sera per continuare a essere visitabile fino al 6/7 e 8 di settembre, con l’annunciata partecipazione di una delle due figlie di Italo Balbo.

I velivoli erano decollati dalla laguna di Orbetello il 1° luglio del 1933, raggiunsero gli Stati Uniti dove dettero lustro ai progressi dell’aeronautica italiana in occasione dell’esposizione universale organizzata a Chicago per il centenario della fondazione della città. Tornarono da quell’avventura 52 ufficiali piloti, un ufficiale ingegnere e 62 sottufficiali specialisti. Tutti meno il tenente secondo pilota Enrico Squaglia che perse la vita sulla via del ritorno a bordo dell’idrovolante agli ordini del capitano Celso Ranieri che si cappottò al decollo dalla Baia di Horta, nelle Azzorre, a 1.440 chilometri di distanza da Lisbona.

Ma perché rievocare una vicenda che ebbe, come teatro conclusivo l’Idroscalo di Ostia per lo più ricordato quando di tratta di commemorare il luogo dove venne assassinato lo scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini nel lontano 1975?

Proprio perché l’idroscalo ha una storia importante e poco conosciuta -risponde Sergio Leoni, promotore del Memorial- è fondamentale tornare a parlarne e farla conoscere anche perché, al di là della trasvolata, la storia stessa di quest’area, sorta su una penisola che fa da argine al Tevere e lo divide dal Tirreno lì dove inizia il Lido di Roma, deve moltissimo ai progressi compiuti in campo aeronautico quando gli idrovolanti erano il mezzo unico e più sicuro con cui affrontare viaggi di quella lunghezza”.

“All’epoca non c’era la copertura della rete di aeroporti che abbiamo oggi e la possibilità di planare sull’acqua era l’unica garanzia di arrivare a destinazione in caso di danni o guasti ai motori”.

Ed ecco che da quella memorabile avventura durante il Ventennio fascista nacquero le prime linee aeree commerciali che collegavano l’Italia all’Africa da una parte e alla Spagna dall’altra. Le darsene e i capannoni che furono poi, in gran parte, fatti saltare dai tedeschi durante la ritirata dal litorale dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 tra l’Italia e le forze alleate, divennero con il tempo la preziosa fucina in cui si riconoscono ancora le tracce primigenie di quei cantieri impegnati nella costruzione di imbarcazioni di super lusso.

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Al ritorno degli idrovolanti dagli Stati Uniti presero parte oltre 150mila spettatori

Il passaggio dell’Idroscalo dall’aeronautica alla nautica -aggiunge Sergio Leoni- fu segnato dalla trasformazione delle officine che, durante il Secondo conflitto mondiale, costruivano i Mas, Motoscafi armati siluranti o motoscafi anti-sommergibili per la Marina da guerra italiana, in stabilimenti nautici che realizzavano le motovedette veloci per la Guardia di Finanza e la capitaneria di porto”.

Da lì alla realizzazione degli yacht per i miliardari dell’epoca il passo fu breve e così l’Idroscalo del Lido di Roma come l’araba fenice risorse per una nuova alba della sua incredibile e variegata storia”.

“Purtroppo la trasvolata atlantica non riceve molta simpatia -puntualizza Leoni- la matrice ideologica ne bolla le origini in quanto espressione del governo fascista, ma la mostra non ha alcunché di evocativo dal punto di vista politico è solo la ricostruzione di un’epoca romantica dell’aviazione”.

L’evento fu così sentito dai romani che quel 12 agosto di 91 anni fa si stimò che sul Lido di Roma fossero presenti oltre 150mila persone. La ferrovia per Ostia registrò il record ancora imbattuto di presenze e di incassi in un solo giorno in cui vennero venduti più di 74mila biglietti di andata e ritorno.

L’accesso alla mostra e ai relativi eventi del programma è gratuito, ma presso il ristorante Villa Tiberio che la ospita è possibile approfittare di un menù aeronautico a prezzi sociali partendo da una quota minima di 18 euro.

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