Parco della Madonnetta, naufragano le speranze di riqualificare l’area: deserto il bando “Parchi Urbani Integrati”

Nessuna offerta è stata presentata per partecipare al bando indetto per riqualificare un’area di 21 ettari da anni abbandonata al degrado

madonnetta

Battuta d’arresto sulle speranze coltivate dall’amministrazione capitolina per avviare un percorso proficuo per investitori privati interessati alla valorizzazione del Parco della Madonnetta. E’ andato, infatti, deserto il bando pubblicato da Roma Capitale per selezionare l’intestatario di una concessione della durata di 23 anni disponibile a mettere sul piatto 12 milioni di euro a fronte di ricavi pari a poco più di 80 milioni di euro.

Nessuna offerta è stata presentata per partecipare al bando indetto per riqualificare un’area di 21 ettari da anni abbandonata al degrado

L’apertura delle buste era stata fissata al 23 luglio scorso, ma nessuno si è fatto avanti per restituire dignità ad un’area di circa 21 ettari ormai ridotta a sterpaglie. Una nuova doccia fredda dunque sulle speranze dei residenti in un’area che, negli anni, è cresciuta in modo significativo e ha indubbiamente necessità di altre strutture destinate a ospitare nuove realtà sportive, culturali e associative.

Ventuno ettari di degrado, di cespugli selvaggi, di giochi per bambini fagocitati da una natura che riprende i suoi spazi. Ventuno ettari che l’assessore alle politiche abitative, Tobia Zevi, sperava di restituire libera frequentazione delle migliaia di abitanti che vivono a ridosso di un’estesa zona verde dell’entroterra di Ostia.

Zevi ha infatti ottenuto un anno fa l’approvazione, da parte della Giunta Capitolina, di una delibera immediatamente esecutiva, con cui l’amministrazione voltava pagina sul fallimento dei “Punti verde qualità”, nati nel 1995 ma forieri di spese e di progressivo indebitamento per le casse comunali, dando il via libera ai nuovi Parchi Integrati urbani” (leggi qui).

La speranza che la situazione potesse cambiare nel volgere di alcuni mesi era, appunto, legata a un nuovo modo di concepire la valorizzazione del verde pubblico.

Con i “Punti verde qualità” di vecchia concezione l’amministrazione Comunale si faceva garante anche degli eventuali inadempimenti da parte dei soggetti privati titolari di concessioni per l’utilizzo dell’area e rispondeva attraverso fideiussioni bancarie anche dei debiti maturati nella gestione delle attività commerciali come ristoranti, impianti sportivi e altre iniziative economiche aperti all’interno delle strutture.

Il nuovo sistema di assegnazione delle concessioni non riesce a far breccia

La nuova concezione dei “Parchi Integrati Urbani” prevede la stesura di un piano economico finanziario di recupero delle aree urbane in cui l’amministrazione non assume alcuna garanzia nei confronti degli impegni assunti a debito dai privati.

Il privato concessionario gode di un periodo pluriennale in cui gli viene affidata la gestione dell’area per garantirgli il rientro delle spese e anche di ricavare un’adeguata remunerazione del capitale investito. Lo scopo è anche di allontanare dagli uffici del Campidoglio la mannaia dei giudici contabili che, in passato, hanno pronunciato anche severe sentenze sull’operato dei dirigenti coinvolti nell’iter di gestione.

Ma la rivoluzione promessa con il varo della delibera fortemente voluta dall’assessore Zevi, almeno nel caso della Madonnetta, non ha convinto nessuno.

E il parco resterà nelle condizioni di progressivo degrado in cui il 26 febbraio 2021 perse la vita Riccardo Pica, un ragazzo di 16 anni residente ad Acilia stroncato da un attacco cardiaco mentre, con altri amici, veniva inseguito da uno dei tanti senzatetto presenti nel parco chiuso definitivamente al pubblico il 29 febbraio del 2019.

Una vicenda tragica che, nonostante il coraggioso impegno della mamma di Riccardo per ottenere giustizia, rimane al momento tutt’oggi impunita (leggi qui).

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